IL CICLO DELLA VITA di Franco Dino Lalli
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IL CICLO DELLA VITA di Franco Dino Lalli Dopo la fatica estiva e il sacrificio del grano, dopo quello dell'uva e degli altri frutti, arrivavano le nebbie e le piogge di novembre, anticipatrici del freddo invernale e del gelo. Con ritmi cadenzati, le lacrime della terra scandivano il riposo vegetativo e gli ultimi sacrifici: la raccolta delle foglie, dei rami e delle piante abbattute per il focolare, l'aratura e la semina con il suo carico di speranza e di trepidazione che ciò comportava. Si preparava così la vita al lungo sonno invernale fatto di attese e di silenzi, d'intimità domestiche e di riposi. Il riposo vegetativo, come quasi una sorta di preannunzio, era anticipato dai giorni del ricordo e della pietà. Giungeva, cioè, il periodo dei morti e i giorni ad essi dedicati. Il ricordo e la presenza dei defunti erano vissuti quasi quotidianamente (e sarebbe importante indagarne le forme e i contenuti) nella cultura contadina, ma, nei primi giorni di novembre, le forme di c