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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Conte e Filastrocche (lab. memorie)

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  di Franco Dino Lalli Le filastrocche sono la forma principale del linguaggio infantile che si esprime soprattutto nel gioco con i coetanei. Quelle per fare la conta sono rimaste vive nel tempo perché rispondono alle varie esigenze dei bambini per vari ordini di motivi. Il ritmo e la rima, infatti, le rendono orecchiabili e facili a ricordarsi, i nonsense, presenti in esse, permettono al bambino di alterare l’ordine stabilito della realtà e, infine, si prestano a generare infinite varianti. Di origine sicuramente popolare sono componimenti brevi con ripetizione di sillabe , costituito da un linguaggio semplice e ritmato. Offre al bambino il suo primo approccio con le parole e la musica attraverso il ritmo rapido e cadenzato con rime , assonanze e allitterazioni ricorrenti. Era utilizzata per fare addormentare il bambino ma anche per sviluppare proprio il suo linguaggio con le formule utilizzate nel componimento Anche nelle filastrocche che seguono, raccolte in Asser

Poi arrivò la televisione... (lab. memorie)

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 di Franco Dino Lalli (foto da internet) Chissà come e chissà da dove anche da noi giunse la televisione. Catturò il nostro interesse e il nostro entusiasmo con le sue immagini, i suoi suoni, le sue illusioni. Non tutti si potevano permettere l’acquisto di un televisore in casa, pertanto inizialmente fummo costretti a elemosinare la visione ai possessori che benevolmente ci ospitavano in casa. Spesso aspettavamo con ansia, vicino all’uscio delle case del vicinato, anche sotto la pioggia grondante, che si affacciasse qualcuno a invitarci e così insieme potevamo fruire quello spettacolo così affascinante. Eravamo completamente inesperti di ogni tecnologia che non faceva parte del nostro mondo, ma l’entusiasmo nel vedere e sentire ad esempio lo Zecchino d’oro e immedesimarci nei piccoli cantori e nella loro bravura ci portò a sperimentare l’interattività con il mezzo affascinante. Ci avvicinavamo agli amplificatori laterali del televisore e attraverso di essi gridavamo i nost

Fantasia e giochi (lab. memorie)

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 di Franco Dino Lalli (immagini da internet) Ci fu un tempo in cui scoprimmo la necessità e l’utilità della bicicletta che ognuno di noi si procurava o dai propri genitori o da amici. Alcune non avevano freni ma la mancanza era supportata dalle nostre scarpe che si ritrovavano consumate al massimo sia nei tacchi che nelle suole. Scorazzavamo per il paese come il vento, incuranti del pericolo, facevamo gare di velocità e ci confrontavamo sulle capacità individuali. C’era anche chi tra di noi fu capace di costruirsene una semplicemente con l’assemblaggio di pezzi trovati chissà dove, sia per necessità che per volontà e capacità personale. Successivamente tale capacità lo condusse perfino a fabbricarsi e utilizzare un motorino che tutti riconoscevamo quando scorazzava con grande strepito per le stradine del paese. Ci fu un tempo in cui, più grandicelli e con compagni più grandi di noi, ci costruimmo delle “carrozze” con una tavola cui ponemmo cuscinetti sottostanti che ci p
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  Dal sito della Gran Sasso Acqua: Avviso agli Utenti L’Ufficio tecnico della Gran Sasso Acqua spa informa che a causa di una rottura improvvisa di una conduttura del Gran Sasso la fornitura idrica nella zona est dell’Aquila subirà un’interruzione. I tecnici sono a lavoro per ripristinare il servizio la difficoltà nel risolvere il disagio è determinata dalla grande profondità in cui si trovano le condutture. La fornitura idrica resterà sospesa i giorni 23 e 24 febbraio 2021 dalle ore 8.00 alle ore 20.00 nei seguenti Comuni: L’Aquila, Poggio Picenze, Barisciano, San Demetrio ne’ Vestini, Prata D’Ansidonia, Fontecchio, Fagnano Alto, San Pio delle Camere, Navelli, Collepietro, San Benedetto in Perillis, Castelvecchio Calvisio, Carapelle Calvisio, Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Calascio, Caporciano, Ofena. L’azienda si scusa per il disagio.

Lungo il fiume (i luoghi dei giochi - lab. mem.)

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  di Franco Dino Lalli (foto di Ivana Fiordigigli) Anche il fiume era lo spazio dei nostri giochi. Ci dividevamo in squadre che si ponevano su una sponda o su un ponte e con il lancio di sassi più o meno grandi dovevamo cercare di bagnare gli avversari. I più capaci si provavano, esperti pescatori, nella ricerca e nella cattura delle trote che cercavano di prendere a mani nude tra i sassi affioranti con lo smacco e la beffa di ritrovarsi a volte tra le mani qualche animale non proprio gradito. I più intrepidi, inoltre, in quelli che erano chiamati “stortori”, cioè le chiuse che erano fatte per deviare l’acqua del fiume per l’irrigazione dei campi, erano capaci di fare il bagno e giocare con l’acqua fredda di un fiume che aveva ancora la purezza e la limpidezza dell’acqua potabile. Gli stessi intrepidi e coraggiosi facevano il bagno anche nella “refota”, la “raffota”, il bacino d’acqua sopraelevata rispetto al mulino che, attraverso condotte forzate faceva scivolare l’ac

La Piazza, il nostro campo di calcio (i luoghi dei giochi - lab. mem.)

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 di Franco Dino Lalli  Come campo di calcio, essendo la Piazzetta di uno spazio molto limitato,  preferivamo usufruire della "Piazza Grande" davanti alla chiesa, la "Piazza" per eccellenza, oggi denominata piazza S. Franco, il punto di ritrovo per noi ragazzi.  La piazza era dunque un punto di ritrovo importante nel quale ci potevamo dedicare a sfrenate corse ma soprattutto a interminabili partite di pallone tra squadre che si formavano al momento. La cunetta al centro della piazza fungeva da divisione del campo mentre la base del campanile era una porta e l’altra era al lato opposto della piazza. Qui la porta era delimitata, da un lato dallo spigolo del marciapiede della casa, dall’altro da un nostro indumento, e ambedue fungevano da pali.  Il pallone, nonostante tutte le attenzioni che ci imponevamo, finiva spesso a colpire i muri della chiesa, il suo portale, il rosone, nonché le finestre delle case e pure gli splendidi oleandri che con tanta cura cre

Giochi a Piazzetta del Forno ( luoghi dei giochi - lab. mem.)

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di Franco Dino Lalli Foto della Piazzetta di Ivana Fiordigigli Nella nostra piazzetta, la “Piazzetta del forno”, c’era la fontanella che gorgogliava la sua voce che ci faceva compagnia, c’era il forno che ci donava i suoi odori e ci faceva conoscere la sapienza delle donne che si affannavano per preparare il pane, infornarlo e, una volta cotto riportare a casa i filoni odorosi.  Facevamo a gara alla fine del lavoro per ottenere dalla fornaia i “ruscechicchi” cioè i rotolini di pasta che lei metteva intorno alla piastra di chiusura del forno che con il calore si abbrustolivano e avevano un sapore indimenticabile. C’era poi in un angolo, vicino alla fontanella, un muretto che fungeva da riparo al portone della casa sottostante con  un lato obliquo che noi usavano come scivolo.  Quante volte sfidando le ire di chi, per far tacere il baccano che facevamo, ci minacciava di farci una puntura, noi continuavamo a scivolare lisciando e consumando i pantaloni.  La piazzetta era an

I Giochi di Una Volta (laboratorio delle memorie)

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  LABORATORIO DLLE MEMORIE Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé. (Pablo Neruda) Secondo alcuni l’essere umano, giocando, ubbidisce a un gusto innato d’imitazione. Oppure soddisfa a un bisogno di rilassamento. O fa un esercizio preparatorio alla grave operosità che la vita esigerà da lui. O ancora il gioco gli serve da allenamento per l’autocontrollo. Altri ancora ne cercano il principio in un connaturato bisogno di causare o di essere capace di qualche cosa, o nell’ansia di dominare, o in quella di concorrere. Altri ancora considerano il gioco come un’innocua evacuazione di istinti nocivi, o come un necessario complemento di un’attività troppo unilaterale, o come l’appagamento, con una finzione, di desideri in realtà inappagabili e, in quanto tale, capace di conservare il senso della personalità. Si potrebbe assai bene accettare tutte le suesposte spiegazioni una accanto all’altra, s

Assergi senza acqua

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  La Gran Sasso Acqua informa tardivamente che nella zona est dell’Aquila è stata sospesa l’erogazione idrica a causa di problemi di adduzione alla sorgente del Gran Sasso. In particolar modo potrebbe mancare l’acqua nella zona di Bagno, Assergi, nelle zone alte di San Giacomo, nel Progetto case di Bazzano e nei paesi della piana di Navelli e della Valle Subequana. In Assergi il servizio di approvvigionamento idrico è stato sospeso senza preavviso intorno alle ore 11:00 e non sono stati indicati i tempi di ripristino.

L'autore del manoscritto "Storia della Banda di Assergi"

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di Ivana Fiordigigli   Nei precedenti articoli, che hanno cercato di ricostruire la storia della banda di Assergi, si è parlato, dopo averlo mostrato in foto, di un manoscritto anonimo e di un puzzle da ricomporre. Da quanto detto nel documento, non riuscivamo a dargli una attribuzione; nemmeno da un esame della scrittura. La prima ipotesi, che potesse essere del nonno di Franco Dino, è stata subito scartata perché non corrispondevano i tratti della scrittura, come ha avuto modo di confermare anche Giacomo Sansoni. L’unica sicurezza, dedotta dagli episodi di vita della banda riportati e dalla descrizione di alcuni dei componenti, ci orientava ad attribuirlo ad uno dei bandisti. Sembrava un mistero, ma finalmente si è chiarito, da una segnalazione che ci è arrivata. Possiamo affermare con sicurezza che l’autore dello scritto è stato il maestro Carlo Massimi, uno dei “ragazzi volenterosi” istruiti da Arcangelo Mosca, una volta ricostituita la banda di Assergi dopo la pr

La Banda Musicale di Assergi - Un puzzle da ricomporre (laboratorio delle memorie)

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    di Ivana Fiordigigli Franco Dino Lalli ha trovato insieme due fogli manoscritti: uno formato A4, uno formato A3; in tutti e due è presente la stessa patina di ingiallimento dei fogli, quindi è probabile che risalgano alle stesso periodo di tempo. Un primo confronto fra i due fogli, controllo delle correzioni apportate dall’autore e messa a confronto, evidenzia che sono l’uno la fotocopia dell’altro; probabile che l’originale scritto a mano sia il foglio più piccolo formato A4, ingrandito sulla macchina fotocopiatrice per renderlo più leggibile nel foglio A3. Che sia la storia di un qualcosa che si svolge in senso cronologico lo dice l’attacco con le prime tre parole: “Il primo maestro ...” e il prosieguo, dopo l’interruzione della prima guerra mondiale, con la sua ricostituzione e la guida del nuovo Maestro di musica assergese Mosca Arcangelo, che coinvolge, preparandoli in un anno, “i volenterosi giovani di Assergi” (ne vengono elencati 12?) Il periodo di oper