Parente, ricordo di un personaggio - Lab. memoria
di Giacomo Sansoni L e api…le api, quante api su questi volenterosi cespugli di biancospino. Q uanta festa su queste nuvole di fiori, che già sanno di miele, prima di essere miele. Api tornate all’istintivo amore per i fiori, forse affrancate, salve, non smarrite come quelle degli stazzi confinati ai margini delle vulnerabilità umane. Q uelle infinocchiate dagli odori subdolamente invescanti delle vernici, dei solventi al toluene, degli xileni, delle benzine dell’artificio abbindolante e frodante degli uomini. A pi chiamate alla celebrazione pronuba, nella inconsapevolezza della sacra fertilità ieratica. S enza coscienza? Con coscienza più sublimata, partecipe degli equilibri sovrani che tengono il cosmo? …chi potrà dirlo? Antonio Scarcia, da tutti chiamato Parente - Foto di Aldo Ippoliti L a stessa coscienza di “Parente”, così soprannominato per il suo magro interloquire con tutti, al di là, o più al di qua, oltre i nomi, prima dei nomi, con l’appellativo “paré (parente)”, riconosc