Territori Montani


Rilancio sociale economico e culturale dei territori montani

In un contesto caratterizzato da invecchiamento e graduale abbandono di insediamenti storici, ma anche da occasionali fenomeni di reinsediamento e sparuti tentativi di imprenditoria locale innovativa, si ritiene che le nuove generazioni possano svolgere un ruolo centrale nel rilancio sociale, economico e culturale dei territori montani.

L’innovazione nei territori montani richiede la capacità dei soggetti (individuali e collettivi, pubblici e privati) di combinare conoscenze nuove (quasi sempre di provenienza esterna) e conoscenze tradizionali (interne) allo scopo di valorizzare le risorse potenziali specifiche di un dato territorio montano, di piegare le conoscenze standard alle esigenze locali, dando così origine a nuove tecnologie e pratiche gestionali appropriate ai diversi contesti. Ad esempio: selezione di razze animali e di coltivazioni adatti all’ambiente locale, combinazioni di particolari attività agricole e turistiche, adattamento di tecniche aziendali moderne a forme tradizionali di gestione collettiva dei boschi, applicazioni di ICT alla gestione dei servizi.

Lo sviluppo economico e sociale della montagna dipende dalla “territorializzazione delle innovazioni”. Nelle situazioni di spopolamento e abbandono presenti in molte aree montane l’introduzione di nuove modalità di gestione e di utilizzo delle risorse potenziali locali è più facile che non in territori densamente occupati come ad esempio quelli della città o dell’agricoltura intensiva.

La capacità di innovare, che un tempo era prerogativa delle grandi città, è oggi più distribuita anche grazie al maggior livello di istruzione delle nuove generazioni. I territori periferici come quelli montani possono, oggi e nel futuro, far leva sulle loro specificità e in particolare sui valori naturali e culturali per intraprendere cammini di sviluppo innovativi, più autonomi, diversi sia da quelli urbani, sia da quelli rurali tradizionali.

E’ necessario pertanto che scendano in campo uomini e donne che abbiano le capacità di:

- leggere il territorio, 

- affrontare le criticità,

- esaltare le potenzialità del territorio,

- proporre progetti per attrarre risorse.

Cultura, impresa, spiritualità, turismo, sport devono essere declinati in progetti concreti e cantierabili.

E’ necessario creare incentivi a fare impresa sulle nostre montagne attraverso una adeguata politica fiscale e attraverso il sostegno a “start-up in montagna” nei settori quali:

  • Energia (autosufficienza energetica);

  • Manutenzione edilizia per ridare slancio ai borghi rurali;

  • Agricoltura/Allevamento e produzione locale;

  • Promozione degli sport della montagna;

  • Rilancio infrastrutturale.

Le risorse della montagna sono fondamentali, essenziali per la sopravvivenza delle pianure e delle città. Senza l’acqua che scende dai rilievi, le pianure cessano di essere fertili, e le aree metropolitane non si dissetano. Senza le biomasse forestali della montagna e senza il vento delle montagne non si potrà raggiungere la sostenibilità del fabbisogno energetico nazionale. Senza i tanti ettari di foresta montana non si potrebbe stoccare l’anidride carbonica prodotta a ritmo continuo dalle città.

Le risorse della montagna (aria, acqua, territorio, suolo, legno, pietre, risorse agricole, ecc.) sono le risorse dell’economia del futuro. La loro manutenzione dovrà essere contrattualizzata come un servizio fondamentale della nazione e il loro eventuale sfruttamento di mercato dovrà essere negoziato con le popolazioni locali della montagna rappresentate dalle loro istituzioni, e debitamente remunerato.

E’ necessario formare figure professionali che abbiano capacità di analisi, progettazione e gestione dei sistemi montani e delle loro risorse, di elaborare progetti per la sistemazione dei versanti e delle sponde torrentizie con tecniche a basso impatto ambientale, di studiare la neve e mitigare il rischio da valanghe e in generale di fornire sicurezza in montagna.

Solo realizzando appieno l’autonomia economica, le comunità delle montagne dell’appennino italiano potranno diventare sostenibili e sicure, e tramandare alle future generazioni il patrimonio naturale e quello etico e culturale.

Per fare tutto ciò occorre innanzitutto ritrovare il fondamento come varco per il futuro e il fondamento è sempre la memoria, ovvero l’identità degli abitanti dei territori montani. Occorre recuperare la speranza e il sogno. 

le popolazioni locali della montagna rappresentate dalle loro istituzioni, e debitamente remunerato.

E’ necessario formare figure professionali che abbiano capacità di analisi, progettazione e gestione dei sistemi montani e delle loro risorse, di elaborare progetti per la sistemazione dei versanti e delle sponde torrentizie con tecniche a basso impatto ambientale, di studiare la neve e mitigare il rischio da valanghe e in generale di fornire sicurezza in montagna.

Solo realizzando appieno l’autonomia economica, le comunità delle montagne dell’appennino italiano potranno diventare sostenibili e sicure, e tramandare alle future generazioni il patrimonio naturale e quello etico e culturale.

Per fare tutto ciò occorre innanzitutto ritrovare il fondamento come varco per il futuro e il fondamento è sempre la memoria, ovvero l’identità degli abitanti dei territori montani. Occorre recuperare la speranza e il sogno. 

le popolazioni locali della montagna rappresentate dalle loro istituzioni, e debitamente remunerato.

E’ necessario formare figure professionali che abbiano capacità di analisi, progettazione e gestione dei sistemi montani e delle loro risorse, di elaborare progetti per la sistemazione dei versanti e delle sponde torrentizie con tecniche a basso impatto ambientale, di studiare la neve e mitigare il rischio da valanghe e in generale di fornire sicurezza in montagna.

Solo realizzando appieno l’autonomia economica, le comunità delle montagne dell’appennino italiano potranno diventare sostenibili e sicure, e tramandare alle future generazioni il patrimonio naturale e quello etico e culturale.

Per fare tutto ciò occorre innanzitutto ritrovare il fondamento come varco per il futuro e il fondamento è sempre la memoria, ovvero l’identità degli abitanti dei territori montani. Occorre recuperare la speranza e il sogno. 


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