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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Proverbi di Assergi, di Franco Dino Lalli: LA DONNA come madre n° 4 (Lab. memorie)

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Post di Ivana F. Franco Dino Lalli prosegue con la sua offerta di proverbi relativi alla donna come madre, premettendo che: "Il giudizio verso la donna si riscattava quando in essa si esaltava l’incarnazione della figura materna e della sua importanza per la vita.  Dal concepimento di un nascituro e per tutta la sua crescita la donna assumeva un ruolo che veniva apprezzato e considerato come fondamentale." De mamma ce nne sta una sòla A ugni mamma è care u fijie sì La fémmena che allatta magna còme na vacca e fatìa còme na jatta  (La donna che allatta mangia come una mucca e fatica come una gatta). Era evidenziata così la necessità dell’alimentazione e la grande fatica della donna nella fase dell’allattamento. Coji cenci e coji stracci se cci allevane i fijiacci, coji pannozzi e coji panneji se cci allevane i fiji beji Metaforicamente si delineava la buona e la cattiva educazione dei figli quasi esclusivamente demandata alla madre. Fiji pìccheli guai pìccheli, fijji rossi gua

Transumanza ed emigrazione di Goffredo Palmerini

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Post di Ivana F. Si riporta, a seguire, un interessante e documentato articolo sulla transumanza e sulla emigrazione di Goffredo Palmerini pubblicato sul "‘N.Y. Times" del 18 luglio 2021, anticipando gli eventi che ci saranno il 31 luglio e il primo agosto a Caporciano, presso la chiesa di Santa Maria dei Centurelli. iSono un omaggio a Mario Daniele, imprenditore di Castelnuovo emigrato prima in Canada, poi negli Stati Uniti, protagonista del libro a cura di Goffredo Palmerini "Mario Daniele, il sogno americano". Per l'occasione gli amici del Gruppo Musicale Deltensemble  presenteranno il Recital concerto "Una storia da raccontare" ispirata al libro. I brani recitati sono stati adattati in testo teatrale da Gianfranco Totani; le voci narranti sono di Ciara Merlini e di Gianfranco Totani. STORIA & TURISMO \  Gli articoli del ‘N.Y. Times’ Transumanza ed emigrazione di Goffredo  Palmerini MAGAZINE   gopalmer48@gmail.com  Il “Tratturo magno” e l’altopi

Proverbi di Assergi, di Franco Dino Lalli: LA DONNA E LA SUA BELLEZZA n° 3 (Lab. memorie)

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Post: Ivana F. Prosegue la proposta dei proverbi e della filosofia di vita che ne deriva. Il fenomeno del femminismo, il riscatto della donna, la sua valorizzazione come persona, leggendo questi proverbi,sembrano non esserci mai stati. I commenti di Franco Dino Lalli  sottolineano la sua situazione di subordinata e solo in funzione dell'uomo e delle sue esigenze.   Amami bella quanno sò malato, nculo’ ti vado quanno sò guarito. Il proverbio stigmatizza ironicamente l’egoismo di un uomo nei confronti della donna che viene considerata solo nel momento del bisogno. Se la crapa zumpa alla vigna, quale la mamma, tale la fijia   (Se la capra salta nella vigna come la mamma così fa la figlia). Con la metafora della vigna (coglierne i frutti) si voleva evidenziare il comportamento di un madre poco morigerata che diveniva esempio per la figlia. Le cavalle, le puttane e le carrozze, bella gioventù, trista vecchiezza. Il proverbio sottolinea la caducità della bellezza femminile e della funzio

Proverbi di Assergi, di Franco Dino Lalli: LA DONNA E LA SUA BELLEZZA n° 2 (Lab. memorie)

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Post di Ivana F. Franco Dino Lalli prosegue nel proporci alcuni proverbi sulla donna, tratti dalla sua ricerca sulle tradizioni popolari, premettendo una considerazione: che  la bellezza della donna contribuiva ad attribuirle un ruolo importante nei confronti dell’uomo . La scudella fa la fémmena bella (Il cibo rende bella la donna). La formosità della donna era segno di bellezza e floridezza, al contrario la magrezza di scarsa salute. Tira cchiù nu pere de fémmena nnammonte che centi bovi nnabballe  (Tira più un pelo di donna in salita che cento buoi in discesa). Il desiderio dellla   donna, per l'uomo  era un motore potente per le sue azioni. La fémmena è come ju foche, vòle èsse stuzzicata ugni poche  (La donna è come il fuoco, vuole essere stimolata ogni tanto). L’uomo doveva porsi nei confronti della donna in modo da offrirle spesso riguardi e tenerezze. Dù còse a ju monne nen si punno avé: d’esse bella e di sapé cantà (Due cose al mondo non si possono avere: essere bella e sa

Gli alberi (N°5) di Giacomo Sansoni

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 Post di Ivana F. Si presenta anche oggi  una nuova creazione di Giacomo Sansoni, un artista in bilico tra un idealizzato mondo sognato e desiderato, che rischia di diventare utopico di fronte a una dura realtà che incombe e tutto invade, ma pur si fa strada con sicurezza e voglia di riscatto. A una terra che si stende arida e deserta, e per l'aridità con le zolle fratturate e spaccate tra sfumature di giallo viranti al bruciato, fa da linea di confine una fila di vegetazione dominata da un colore rossastro e  ruggine, non quello del titpico paesaggio autunnale, ma quello in cui il verde sembra del tutto cancellato, al di fuori del ciclo annuale delle stagioni e della vita. Dietro questa linea un'aria fosca di gas, fumo e nubi. Al centro della scena, in primo piano, un vecchio albero, sulla parte destra il tronco ferito e attorcigliato, con le radici stese e protese tra le zolle, come fossero lunghe serpi, i lunghi rami allungati verso la sinistra della scena e verso il cielo,

Dott. Massimo Baldassarre

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Post Ivana F. Oggi alle ore 15.30 ultimo saluto a Massimo Baldassarre nella chiesa degli Angeli Custodi di Paganica. Su “Il Centro" viene ricordato come dottore neurologo ed ex consigliere comunale. Per me è stato un vicino di casa, il compagno di tanti giochi d’infanzia, l’amico che andava e veniva con la sua famiglia da Ancona e portava tante interessanti novità, prima che i tanti impegni della vita, gli studi, il lavoro, ci allontanassero. Ciao Massimo. Riporto di seguito, per ricordarlo, il sentito scritto di Goffredo Palmerini. “Lettera aperta a Massimo Baldassarre”    di Goffredo Palmerini Caro Massimo, la tua scomparsa improvvisa sconvolge, lascia il cuore schiantato. Per ore mi ha lasciato in rispettoso raccoglimento. Solo ora riesco a scriverti questi modesti pensieri. E voglio farlo così, come per una vita abbiamo fatto, dapprima condividendo gli anni della giovinezza, poi nella maturità, poi meno di frequente per ragioni di lavoro che ci impegnavano entrambi. Quando ci