Proverbi di Assergi, di Franco Dino Lalli: LA DONNA E LA SUA BELLEZZA n° 2 (Lab. memorie)

Post di Ivana F.

Franco Dino Lalli prosegue nel proporci alcuni proverbi sulla donna, tratti dalla sua ricerca sulle tradizioni popolari, premettendo una considerazione: che la bellezza della donna contribuiva ad attribuirle un ruolo importante nei confronti dell’uomo.





La scudella fa la fémmena bella

(Il cibo rende bella la donna).

La formosità della donna era segno di bellezza e floridezza, al contrario la magrezza di scarsa salute.



Tira cchiù nu pere de fémmena nnammonte che centi bovi nnabballe 

(Tira più un pelo di donna in salita che cento buoi in discesa).

Il desiderio dellla
 donna, per l'uomo era un motore potente per le sue azioni.



La fémmena è come ju foche, vòle èsse stuzzicata ugni poche 

(La donna è come il fuoco, vuole essere stimolata ogni tanto).

L’uomo doveva porsi nei confronti della donna in modo da offrirle spesso riguardi e tenerezze.



Dù còse a ju monne nen si punno avé: d’esse bella e di sapé cantà

(Due cose al mondo non si possono avere: essere bella e saper cantare).

Erano queste due capacità a fornire alla donna la possibilità di essere tenuta in considerazione.




Chi tè la mojie bella sempre canta, chi tè i quatrini sempre conta.

Avere u
na moglie bella significava essere felici, avere soldi poter contare.

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