Il monastero di Santo Spirito di Ocre - Escursioni nel territorio



La struttura del monastero è imponente; non a caso viene chiamato Monastero Fortezza.

















La facciata principale ha cinque aperture: l’ingresso carraio con arco ogivale, l’ingresso pedonale e tre eleganti bifore, una delle quali con spia piombatoio.

Ha una storia ottocentenaria questo monastero, fondato nel 1222 da Placido di Roio, dopo un suo percorso inquieto e tormentato, che lo porta a prendere l’abito monacale e a compiere alcune esperienze eremitiche, dimorando dapprima in alto sul Monte Corno, poi sulla parete rocciosa e dirupata del Monte Circolo.

Il monastero viene fondato nella località detta Pretula, sulla proprietà del Barone Bernardo di Ocre, a lui donata.


Nella foto che segue il monastero si vede da lontano, mentre ci allontaniamo scendendo lungo la strada tra i boschi per il ritorno.







Il primo biografo del Beato Placido, Paolo da Celano, fa derivare la decisione della fondazione da una visione avuta mentre era in preghiera: un uomo dalla "veste fulgente” gli chiede di benedire “gli uomini che erano venuti” e sotto di quelli vede un colle pietroso, secco e arido, che si chiamava Pretula. Placido non è più solo. La decisione è presa, inizia il compito della costruzione, cresce intorno a lui l’Ordine dei frati:

“compito da mane a sera: piantare alberi, costruire casette, indirizzarvi le acque al superciglio del colle: portò la terra senza acqua presso le fonti di acqua; vi chiamò presso i bisognosi di cibo e di acqua per farvi una città. Fecero semine nei campi, piantarono vigne e fecero nascere i frutti. Domineddio li benedisse e così i nosgri Frati vi si moltiplicarono di numero meritatamente. … Quando poi sentì che si avvicinava la sua morte decise di affidare il suo gregge al Pastore affinché il lupo non aggredisse le sue pecore private del custode e non le rapisse. Sentendo che a Casanova c’era un monastero famoso, affidò a quello i suoi confratelli affinché stessero sotto la Regola di San Benedetto e sotto l’istituto dell’ordine cistercense.” (traduzione dalla Vita fatta da Ilio di Iorio)

Il monastero, che domina la vallata aquilana e ha di fronte tutta la catena del Gran Sasso è così il primo insediamento cistercense della zona e dipende dalla abbazia di Casanova, vicino Penne.

Placido muore nel 1248. Le reliquie del Beato Placido sono state a lungo conservate sotto l’altare maggiore della chiesa di Santo Spirito dentro un’arca di ferro chiusa con quattro sbarre.

Sempre nella biografia di Paolo da Celano c’è un’interessante elencazione dei 14 affreschi che sui due lati dell’altare maggiore della cappella a navata unica illustrano la storia di vita di Placido attraverso alcuni principali episodi indicati da iscrizioni:
  • mentre pascola il gregge fanciullo e dona del pane ai pastori;
  • mentre si fa insegnare il Salterio, desideroso di apprendere;
  • pellegrino adolescente in Galizia a San Giacomo;
  • cinque anni di malattia;
  • apparizione del Signore in un bosco di Pretula, che gli insegna a leggere e capire;
  • due colombe lo liberano dai pidocchi;
  • costruzione della Cappella dello Spirito Santo a Pretula di Ocre;
  • tornato dal viaggio a San Michele, prende l’abito religioso in Monte Corno;
  • tentato da una donna fugge in una spelonca deserta sopra Casentino;
  • fugge verso Ocre in un’aspra grotta, turbato da canti impudichi di donne di Casentino;
  • un sacerdote che gli porta cibo nella grotta cade e muore e lui turbato si ritira verso il bosco di Pretula;
  • stanco e malato viene portato nella cappella e gli alberi si inclinano al suo passaggio.
  • muore tra le braccia dell’abate di Casanova;
  • mentre i religiosi mostrano le sue reliquie ci sono miracoli di guarigione di tante malattie.
Sono affreschi tardo trecenteschi. Vi sono anche i resti di un affresco databile 1263-69 e uno della fine del XVI secolo attribuito a Paolo Mausonio.

Nel 1652 Santo Spirito” viene inserito nell’elenco dei piccoli monasteri soppressi da Papa Innocenzo X.

Passato in commenda già nel 1330 nel 1652 viene incluso nell’elenco dei piccoli monasteri soppressi dal Papa.

Oggi la Fortezza, dopo un lungo restauro, è divenuta una prestigiosa Residenza d’Epoca, come dice la pubblicità:


“dove trascorrere un soggiorno in totale relax, immersi nella natura, incontaminata o vivere eventi esclusivi e di grande charme, avvolti in un’atmosfera incantata e suggestiva”... “Il Monastero di Santo Spirito è avvolto da un bosco di 13 ettari, di nostra proprietà, dove troviamo querce, mandorli, cerri, carpini, ornielli, roverelle, aceri e acacie, abeti bianchi e rossi, cedri atlantici, pini d’aleppo, pino silvestre per delle passeggiate rigeneranti di vero benessere per allontanare lo stress e le ansie quotidiane per vivere esperienze di “Forest Bathing” dove abbandonarsi tra i profumi balsamici degli alberi e degli inebrianti fiori selvatici, cullati solo dal cinguettio degli uccellini, delle api e del piccolo ruscello”.

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