Il monastero di Sant’Angelo di Ocre - Escursioni nel territorio
Oggi, 26 agosto 2023, interessante visita al monastero di S. Angelo di Ocre, dove siamo potuti entrare con un gruppo di circa una ventina di persone organizzato dalla locale Pro-loco.
Dell’antica chiesetta di S. Angelo del Peschio del 1200, preesistente al monastero, non resta nulla; l’attuale monastero nasce nel 1409 come convento di monache benedettine. Nel 1480 Papa Sisto IV lo affida all’ordine dei Frati Minori, di cui faceva parte San Bernardino da Fossa. Nel 1563 subentrano i Frati Riformati; il Beato Timoteo da Monticchio vi trascorre gli ultimi anni della sua vita. Nel 1860 viene soppresso. Viene poi riaperto agli inizi del XX secolo dai Frati Francescani, che vi restano sino al terremoto del 1909.
Nel corso del 1900 viene danneggiato dai tedeschi, che ne bruciano anche la biblioteca con i suoi 1500 libri; vengono fatti due restauri nel 1958 e nel 1972.
Sorge su uno sperone roccioso del Monte Circolo e sovrasta Fossa, l’antica Aveia, e la chiesa di S. Maria ad Criptas.
Quando si arriva si trova una recinzione con un muro alto e un portone che dà in alcuni rustici locali e nell’orto del monastero.
Si trova, sempre proseguendo lungo la strada bianca di accesso, il portale dell’ingresso principale della chiesa.
Le icone poggiate sull’altarino davanti al portale e impolverate, raffigurano alcuni Beati che hanno soggiornato nel monastero o i cui resti vi sono stati custoditi.
Da sinistra:
- Beato Placido da Roio (Roio 1170; Fossa 1248)
- Beato Timoteo da Monticchio (Monticchio 1444; ? 1504)
- Beato Bernardino da Fossa (Fossa 1470; L’Aquila 1503)
- San Cesidio da Fossa (Fossa 1873; Hangahece 1900)
- Beato Ambrogio da Pizzoli (XV secolo)
I resti di Beato Placido da Roio, Beato Timoteo da Monticchio, Beato Bernardino da Fossa sono stati custoditi nella chiesa all’interno di urne (vedi il video in fondo di Wonders del 2020; nel video di “L’Aquila al Centro” Giustino Parisse accenna ad un tentativo di manomissione dei resti del Beato Bernardino da Fossa, il che ha portato a rimuovere i resti dei Beati dalle urne oggi ancora presenti; del resto quanto prima ci saranno i lavori di ricostruzione e restauro del monastero.
Fra queste icone una statua piccola di Sant’Antonio da Padova. Quando si è riusciti il giorno successivo ad entrare, si è capito che ciò è in relazione alle 33 lunette affrescate del chiostro che descrivono la vita del Santo.
Il monastero è chiuso dal terremoto 2009, essendo alcuni locali bisognosi di rinforzo e di ricostruzione, ma l’altarino con semplicità ci informa sulle importanti presenze di Santi e Beati locali.
Più avanti una cancellata fa intravedere il giardino antistante il monastero, profumato di erbe officinali e aromatiche e oggi curato dal CAI di S. Panfilo d’Ocre.
Quasi di fronte al portale della chiesa una piccola fonte, che porta come data il 1737 sulla pietra centrale, chiave dell’arco, addolcisce l’aria con la sua promessa di frescura, anche se l’acqua è chiusa da un rubinetto.
Una maiolica con la citazione del Cantico delle Creature di San Francesco per Sora Acqua rende leggiadra la fonte e crea atmosfera.
Sacrestia
Chiesa
Chiostro
Si sviluppano intorno al chiostro, circondato da due ordini di arcate sovrapposte, ventitre lunette dipinte a tempera del XVII secolo, ognuna sormontata dallo stemma della famiglia che l’ha fatta realizzare. Rappresentano la biografia di Sant’Antonio da Padova ed ognuna porta una scritta illustrativa.
Sono opera di Borani del 1665. Fra una lunetta e l’altra dei medaglioni raffigurano santi e Beati locali con una scritta sottostante che li indica.
Refettorio
Si sa soltanto che sono un’opera del Maestro di refettorio; alcuni lo hanno attribuito a Saturnino Gatti o a qualcuno della sua scuola.
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