Pastori anno 2003
Post Ivana Fiordigigli
Resoconto a cura di Franco Dino Lalli:
Risultati di un'intervista, realizzata da ragazzi di una classe di scuola elementare e rivolta ad un pastore della zona.Il giorno 9 gennaio 2003, nella nostra classe, è venuto il padre di Fausto e Leonardo a darci delle informazioni sulla pastorizia di ieri e di oggi. Noi alunni gli abbiamo fatto un'intervista per soddisfare le nostre curiosità, per approfondire l'indagine sulla pastorizia, perché vogliamo conoscere bene le nostre origini e conservarne la memoria.
Abbiamo scoperto che la pastorizia si è modernizzata perché si usano le nuove tecnologie. Quindi oggi fare il pastore non è molto faticoso e solitario, si riesce a vivere con la famiglia e a vivere con le comodità e con il benessere. Con le nuove tecnologie le pecore sono più sane perché sono controllate frequentemente da esperti che poi rilasciano il certificato di qualità.
A Paganica gli uomini che si dedicano alla pastorizia sono pochi, circa sei.
Abbiamo rivolto delle domande al padre di due nostri compagni di classe, l'imprenditore Paolo Chiaravalle di Paganica, per conoscere meglio l'attività e la vita di un pastore.
Riportiamo, fra tutte quelle da noi formulate nel questionario proposto, quelle più significative.
Si pratica ancora oggi la transumanza?
La transumanza, come si praticava un tempo e cioè andando fino in Puglia, adesso è scomparsa. Noi facciamo solo piccoli spostamenti da una zona all'altra del nostro territorio.
Noi facciamo una piccola transumanza, diciamo una transumanza verticale perché andiamo in su. Andiamo su in montagna e partiamo verso le due o le tre di notte e alle sei, la mattina, siamo su in montagna.
Noi con le pecore pascoliamo nella zona di Paganica. Nel mese di settembre, ottobre ritorniamo giù, riportiamo gli animali che devono partorire. Poi nel periodo che esse partoriscono rimangono nell'ovile. Le portiamo a pascolare nella zona bassa di Paganica dove sono terreni che vengono irrigati, nei quali c'è più erba verde, per fare più latte. Le altre pecore che devono partorire per il periodo di Pasqua, in primavera, rimangono su in montagna.
In montagna la nostra zona è Campo Imperatore dove andiamo alla fine di maggio, i primi di giugno. Restiamo su in montagna finché il tempo non lo permette.
A Campo Imperatore facciamo a turno. Con me c'è mio fratello e facciamo turni a giorni. Noi abbiamo abbastanza pecore, quindi stiamo quasi da soli. Facciamo venire soltanto qualche volta un signore che ha poche pecore con noi e ci dà una mano quando dobbiamo rimettere il fieno. Qualche giorno va lui in montagna, al posto nostro, per darci una mano.
E' difficile essere pastore?
Tanto difficile non è. Adesso è difficile perché, diventando imprenditore, fare il pastore non è più solo andare a pascolare le pecore. Adesso la cosa più elementare è proprio andare a pascolare le pecore. Quello che adesso è molto difficile, invece, è essere aggiornati, cercare di pagare i contributi allo Stato perché altrimenti alla fine dell'anno non si arriva a quadrare il bilancio. E' difficile proprio gestire un'azienda. Quindi devi essere sempre aggiornato, non è più come prima, adesso le pecore sono tutte schedate. Infatti se voi vedete il gregge, le pecore hanno tutte un bottone alle orecchie. Quelli sono tutti numeri che risultano nella scheda di stalla che ognuno di noi ha, nella quale sono scritti tutti i numeri delle pecore. Ogni pecora che muore viene registrata. Quando nascono vengono riaggiornate delle schede, vengono rimesse delle marche, delle marchie con dei numeri. Abbiamo un registro di stalla che viene aggiornato ogni tre mesi, nel quale vengono registrate quelle che mancano e quelle che si vendono. Ogni anno aggiorniamo il registro di stalla. In determinati periodi vengono prelevati dei campioni di sangue a tutte le pecore per vedere se la stalla è infetta o non infetta. Vengono fatti dei controlli. Nel mese di marzo, prima della montatura delle pecore, vengono prese delle feci alle pecore e vengono analizzate per analizzare quale tipo di medicina bisogna dare all'animale per risanarlo. E’ come quando noi stiamo male e dobbiamo prendere degli antibiotici o dello sciroppo. Allo stesso modo agli animali, nel mese di maggio, vengono dati questi prodotti per risanarli, per farli stare più liberi dentro, negli intestini.
Ci sono ancora i lupi sul Gran Sasso?
Sì i lupi ci sono, prima non c'erano più. Prima diciamo che davano fastidio all'uomo e allora l'uomo li ha ammazzati tutti. Adesso, essendo stato istituito il Parco Nazionale del Gran Sasso, questi lupi sono protetti. Ogni anno si sente che vengono rimessi. Il lupo è protetto ed è più protetto di una persona, perché è in via d'estinzione. Sul Gran Sasso quest'anno c'era un branco di tre, tutti e tre uniti ed un branco di cinque. Dalla parte d'Arischia c'era un branco di cinque, invece dalla parte nostra c'era un branco di sei lupi.
Adesso il parco è controllato giorno e notte. Sembra che non ti vedano ed invece ci sono vari tipi di guardia che controllano in ogni momento. A Campo Imperatore si è controllati giorno e notte. Questi lupi si spostano e vengono controllati i loro spostamenti. Non so se loro hanno dei microchip però si sanno le zone dove vanno e quindi possono essere controllati. Così vengono controllati anche i cinghiali, le aquile. Sul Gran Sasso ci sono anche le aquile. Di solito oggi la montagna viene controllata da cima a fondo.
Chi ti aiuta in questo lavoro?
Insieme con me, nel mio lavoro, ci sono mio fratello e mio cugino. Qualche volte anche i miei figli anche se sono ancora bambini e hanno la volontà di farlo ma spesso provocano problemi.
Hai paura di stare montagna?
Adesso no, prima sì. Prima avevo paura, essendo piccolo, perché io ho cominciato a fare il pastore da quando andavo a scuola. Io andavo a scuola a piedi. C'era la neve e noi non facevamo i conti se avevamo il raffreddore o no, ma andavamo a scuola lo stesso, anche con il raffreddore. Quando andavamo a scuola eravamo tutti bagnati. Prima di andare a scuola scivolavamo sulla neve e andavamo a scuola tutti bagnati. C'era una stufetta a legna che dava più fumo che calore e dentro la scuola sentivamo freddo e dovevamo scrivere con il cappotto. Oggi ci sono tutte le comodità! Da piccolo poi tornavo a casa, prima non c'erano i cani ed io dovevo "toccare" le pecore ed aiutare così a mungere mia madre e mio padre. Anche mia madre prima mungeva perché anche le donne collaboravano.
Prima quando andavo su in montagna con mio padre la notte avevo sempre paura e anche se c'era mio padre, per il buio, avevo sempre paura. Poi mano mano che vivi lassù è come se fossi a casa tua e vivendo a casa tua sei padrone di questo ambiente quindi non hai più paura. Se ti svegli la notte e c'è il buio non hai più paura perché ormai conosce l'ambiente. La montagna diventa quasi la tua casa. Se tu vai tutti i giorni su in montagna, la prima volta hai paura e cerchi sempre di tornare giù, poi ti sembra una cosa normale andare e stare su in montagna.
Com'è la tua vita in montagna?
Faticosa no. Monotona certi giorni potrebbe esserlo perché stai là, guardi le pecore, senti la radio e spesso ti dà fastidio sentirla. Alcune volte porti dei libri o dei giornali però è faticoso pure leggere. Certe volte è bella perché conosci molte persone perché vengono dei turisti che ti fanno le foto, poi ti scrivono e te le mandano così hai anche un contatto all'estero. Le persone più educate che io ho incontrato sono stati i tedeschi. Anche se noi per il ricordo della guerra abbiamo ancora qualche problema con loro però alcuni tedeschi che ho conosciuto sono stati veramente gentili. Anche se non parlano bene l'italiano si fanno capire lo stesso e con loro riesci a mantenere qualche contatto. Su a Campo Imperatore è bellissimo fare il pastore perché vengono molto spesso i bambini dalle città che non sanno che cos'è una pecora e nemmeno che cos'è un cavallo perché li hanno visti solo in fotografia perché stanno sempre chiusi in casa. Poi vengono su a Campo Imperatore, fanno una bella camminata e vengono a vedere gli animali. Noi abbiamo qualche casetta con i cani e lì possono conoscere gli animali dal vivo e fare delle fotografie. Noi gli facciamo fare delle foto in mezzo alle pecore o alle mucche e per loro è una scoperta perché vedono gli animali dal vivo.
Come si svolge la tua giornata?
Mi alzo presto la mattina, non tanto presto, verso le sei, le sei e mezza. Certe volte ci alziamo anche alle cinque se abbiamo degli impegni per cercare di recuperare quell'ora che ci serve. Poi si va alla stalla, si mungono le pecore, si mette il fieno e poi si torna a casa. Ci si lava, si mangia e si torna alla stalla. Si portano le pecore a pascolare e poi la sera si torna alla stalla. Si rimette da mangiare, si rimunge e poi si va a casa. Di solito verso le sette, sette e mezza stiamo a casa. Ora non è più la vita del pastore di un tempo che era impegnato o lontano per tutta la giornata. Oggi il pastore si deve aggiornare e deve comprarsi molte attrezzature per fare in modo che nella stalla ci debba stare il minor tempo possibile. Oggi non è più fare il pastore come un tempo ma si passa molto tempo ad andare in giro per gli uffici per cercare di far andare avanti l'azienda. Noi ad esempio a gennaio abbiamo aderito ad una sperimentazione che fa lo Stato per due anni. Noi abbiamo aderito con duecento pecore. Vengono degli addetti a mettere dei microchip alle pecore per fare il marchio di qualità, il marchio DOC. Attraverso questi microchip viene registrato tutto: quando partorisce la pecora e quello che ha fatto. Ogni volta che quella pecora partorisce un agnello, a questo agnello viene messo un bottone, viene cioè numerato ed è tutto computerizzato. Quindi quell'agnello, quando viene messo sul mercato, se uno vuole saperne l'origine, prende il numero, va alla azienda e l'azienda dà tutte le informazioni sul prodotto. C'è quindi la possibilità di avere tutte le informazioni sul prodotto DOC della pecora. La pecora è il punto di riferimento e poi quello che produce e quello che viene immesso sul mercato. Noi oggi possiamo vendere anche tramite Internet. A Paganica ho aderito solo io insieme con altri di Arischia e alcuni di Bagno. In tutto siamo 20 persone che vogliamo fare questa sperimentazione. Con questa ci saranno molti più controlli ed ogni azienda avrà un veterinario e un agronomo a disposizione che verranno a controllare gli animali. Per avere il marchio DOC devono avere tutti i certificati necessari ed essere sani al 100%.
Quali sentimenti provi quando sei montagna?
I sentimenti che provo quando sono in montagna cominciano ad essere relativi perché la montagna è quasi come una casa. Anzi quando stiamo per andare in montagna siamo tutti contenti. La montagna ti fa diventare ancora più responsabile perché quando ti trovi in una zona che non conosci deve stare attento perché, ad esempio, ci può essere una vipera, puoi cadere in qualche buca e perciò bisogna essere responsabili.
Quali sentimenti ti colpiscono quando pascoli il gregge?
Ormai siamo diventati abbastanza esperti e non abbiamo più paura o incertezze nel pascolare il gregge e l'esperienza ci ha aiutato. Perciò ci sentiamo più sicuri e i sentimenti di paura e di timore sono passati.
Cosa si prova ad essere pastore?
Molte volte ci fa sentire umiliati, molte volte invece hai molte soddisfazioni. Ad esempio quando vai con le pecore. Ti senti rinascere perché il gregge te lo crei tu quindi hai quella soddisfazione di dire che hai fatto questo e quell'altro e sei riuscito a produrre qualcosa. Umiliato perché si è sempre un pastore. Io mi sento fiero di essere un pastore perché questa è la mia vita. Quindi mi piace fare il pastore e sento tutto l'orgoglio di fare questo lavoro come ad esempio fare l'insegnante. Ti senti meno orgoglioso quando vai a vendere un prodotto e cerchi di realizzare qualcosa di più perché le spese sono aumentate e poi ti accorgi che il mercato anziché darti quella soddisfazione necessaria, non ti ripaga come dovrebbe e ti offre meno di quello che sarebbe giusto.
Abbiamo scoperto che la pastorizia si è modernizzata perché si usano le nuove tecnologie. Quindi oggi fare il pastore non è molto faticoso e solitario, si riesce a vivere con la famiglia e a vivere con le comodità e con il benessere. Con le nuove tecnologie le pecore sono più sane perché sono controllate frequentemente da esperti che poi rilasciano il certificato di qualità.
A Paganica gli uomini che si dedicano alla pastorizia sono pochi, circa sei.
Abbiamo rivolto delle domande al padre di due nostri compagni di classe, l'imprenditore Paolo Chiaravalle di Paganica, per conoscere meglio l'attività e la vita di un pastore.
Riportiamo, fra tutte quelle da noi formulate nel questionario proposto, quelle più significative.
Si pratica ancora oggi la transumanza?
La transumanza, come si praticava un tempo e cioè andando fino in Puglia, adesso è scomparsa. Noi facciamo solo piccoli spostamenti da una zona all'altra del nostro territorio.
Noi facciamo una piccola transumanza, diciamo una transumanza verticale perché andiamo in su. Andiamo su in montagna e partiamo verso le due o le tre di notte e alle sei, la mattina, siamo su in montagna.
Noi con le pecore pascoliamo nella zona di Paganica. Nel mese di settembre, ottobre ritorniamo giù, riportiamo gli animali che devono partorire. Poi nel periodo che esse partoriscono rimangono nell'ovile. Le portiamo a pascolare nella zona bassa di Paganica dove sono terreni che vengono irrigati, nei quali c'è più erba verde, per fare più latte. Le altre pecore che devono partorire per il periodo di Pasqua, in primavera, rimangono su in montagna.
In montagna la nostra zona è Campo Imperatore dove andiamo alla fine di maggio, i primi di giugno. Restiamo su in montagna finché il tempo non lo permette.
A Campo Imperatore facciamo a turno. Con me c'è mio fratello e facciamo turni a giorni. Noi abbiamo abbastanza pecore, quindi stiamo quasi da soli. Facciamo venire soltanto qualche volta un signore che ha poche pecore con noi e ci dà una mano quando dobbiamo rimettere il fieno. Qualche giorno va lui in montagna, al posto nostro, per darci una mano.
E' difficile essere pastore?
Tanto difficile non è. Adesso è difficile perché, diventando imprenditore, fare il pastore non è più solo andare a pascolare le pecore. Adesso la cosa più elementare è proprio andare a pascolare le pecore. Quello che adesso è molto difficile, invece, è essere aggiornati, cercare di pagare i contributi allo Stato perché altrimenti alla fine dell'anno non si arriva a quadrare il bilancio. E' difficile proprio gestire un'azienda. Quindi devi essere sempre aggiornato, non è più come prima, adesso le pecore sono tutte schedate. Infatti se voi vedete il gregge, le pecore hanno tutte un bottone alle orecchie. Quelli sono tutti numeri che risultano nella scheda di stalla che ognuno di noi ha, nella quale sono scritti tutti i numeri delle pecore. Ogni pecora che muore viene registrata. Quando nascono vengono riaggiornate delle schede, vengono rimesse delle marche, delle marchie con dei numeri. Abbiamo un registro di stalla che viene aggiornato ogni tre mesi, nel quale vengono registrate quelle che mancano e quelle che si vendono. Ogni anno aggiorniamo il registro di stalla. In determinati periodi vengono prelevati dei campioni di sangue a tutte le pecore per vedere se la stalla è infetta o non infetta. Vengono fatti dei controlli. Nel mese di marzo, prima della montatura delle pecore, vengono prese delle feci alle pecore e vengono analizzate per analizzare quale tipo di medicina bisogna dare all'animale per risanarlo. E’ come quando noi stiamo male e dobbiamo prendere degli antibiotici o dello sciroppo. Allo stesso modo agli animali, nel mese di maggio, vengono dati questi prodotti per risanarli, per farli stare più liberi dentro, negli intestini.
Ci sono ancora i lupi sul Gran Sasso?
Sì i lupi ci sono, prima non c'erano più. Prima diciamo che davano fastidio all'uomo e allora l'uomo li ha ammazzati tutti. Adesso, essendo stato istituito il Parco Nazionale del Gran Sasso, questi lupi sono protetti. Ogni anno si sente che vengono rimessi. Il lupo è protetto ed è più protetto di una persona, perché è in via d'estinzione. Sul Gran Sasso quest'anno c'era un branco di tre, tutti e tre uniti ed un branco di cinque. Dalla parte d'Arischia c'era un branco di cinque, invece dalla parte nostra c'era un branco di sei lupi.
Adesso il parco è controllato giorno e notte. Sembra che non ti vedano ed invece ci sono vari tipi di guardia che controllano in ogni momento. A Campo Imperatore si è controllati giorno e notte. Questi lupi si spostano e vengono controllati i loro spostamenti. Non so se loro hanno dei microchip però si sanno le zone dove vanno e quindi possono essere controllati. Così vengono controllati anche i cinghiali, le aquile. Sul Gran Sasso ci sono anche le aquile. Di solito oggi la montagna viene controllata da cima a fondo.
Chi ti aiuta in questo lavoro?
Insieme con me, nel mio lavoro, ci sono mio fratello e mio cugino. Qualche volte anche i miei figli anche se sono ancora bambini e hanno la volontà di farlo ma spesso provocano problemi.
Hai paura di stare montagna?
Adesso no, prima sì. Prima avevo paura, essendo piccolo, perché io ho cominciato a fare il pastore da quando andavo a scuola. Io andavo a scuola a piedi. C'era la neve e noi non facevamo i conti se avevamo il raffreddore o no, ma andavamo a scuola lo stesso, anche con il raffreddore. Quando andavamo a scuola eravamo tutti bagnati. Prima di andare a scuola scivolavamo sulla neve e andavamo a scuola tutti bagnati. C'era una stufetta a legna che dava più fumo che calore e dentro la scuola sentivamo freddo e dovevamo scrivere con il cappotto. Oggi ci sono tutte le comodità! Da piccolo poi tornavo a casa, prima non c'erano i cani ed io dovevo "toccare" le pecore ed aiutare così a mungere mia madre e mio padre. Anche mia madre prima mungeva perché anche le donne collaboravano.
Prima quando andavo su in montagna con mio padre la notte avevo sempre paura e anche se c'era mio padre, per il buio, avevo sempre paura. Poi mano mano che vivi lassù è come se fossi a casa tua e vivendo a casa tua sei padrone di questo ambiente quindi non hai più paura. Se ti svegli la notte e c'è il buio non hai più paura perché ormai conosce l'ambiente. La montagna diventa quasi la tua casa. Se tu vai tutti i giorni su in montagna, la prima volta hai paura e cerchi sempre di tornare giù, poi ti sembra una cosa normale andare e stare su in montagna.
Com'è la tua vita in montagna?
Faticosa no. Monotona certi giorni potrebbe esserlo perché stai là, guardi le pecore, senti la radio e spesso ti dà fastidio sentirla. Alcune volte porti dei libri o dei giornali però è faticoso pure leggere. Certe volte è bella perché conosci molte persone perché vengono dei turisti che ti fanno le foto, poi ti scrivono e te le mandano così hai anche un contatto all'estero. Le persone più educate che io ho incontrato sono stati i tedeschi. Anche se noi per il ricordo della guerra abbiamo ancora qualche problema con loro però alcuni tedeschi che ho conosciuto sono stati veramente gentili. Anche se non parlano bene l'italiano si fanno capire lo stesso e con loro riesci a mantenere qualche contatto. Su a Campo Imperatore è bellissimo fare il pastore perché vengono molto spesso i bambini dalle città che non sanno che cos'è una pecora e nemmeno che cos'è un cavallo perché li hanno visti solo in fotografia perché stanno sempre chiusi in casa. Poi vengono su a Campo Imperatore, fanno una bella camminata e vengono a vedere gli animali. Noi abbiamo qualche casetta con i cani e lì possono conoscere gli animali dal vivo e fare delle fotografie. Noi gli facciamo fare delle foto in mezzo alle pecore o alle mucche e per loro è una scoperta perché vedono gli animali dal vivo.
Come si svolge la tua giornata?
Mi alzo presto la mattina, non tanto presto, verso le sei, le sei e mezza. Certe volte ci alziamo anche alle cinque se abbiamo degli impegni per cercare di recuperare quell'ora che ci serve. Poi si va alla stalla, si mungono le pecore, si mette il fieno e poi si torna a casa. Ci si lava, si mangia e si torna alla stalla. Si portano le pecore a pascolare e poi la sera si torna alla stalla. Si rimette da mangiare, si rimunge e poi si va a casa. Di solito verso le sette, sette e mezza stiamo a casa. Ora non è più la vita del pastore di un tempo che era impegnato o lontano per tutta la giornata. Oggi il pastore si deve aggiornare e deve comprarsi molte attrezzature per fare in modo che nella stalla ci debba stare il minor tempo possibile. Oggi non è più fare il pastore come un tempo ma si passa molto tempo ad andare in giro per gli uffici per cercare di far andare avanti l'azienda. Noi ad esempio a gennaio abbiamo aderito ad una sperimentazione che fa lo Stato per due anni. Noi abbiamo aderito con duecento pecore. Vengono degli addetti a mettere dei microchip alle pecore per fare il marchio di qualità, il marchio DOC. Attraverso questi microchip viene registrato tutto: quando partorisce la pecora e quello che ha fatto. Ogni volta che quella pecora partorisce un agnello, a questo agnello viene messo un bottone, viene cioè numerato ed è tutto computerizzato. Quindi quell'agnello, quando viene messo sul mercato, se uno vuole saperne l'origine, prende il numero, va alla azienda e l'azienda dà tutte le informazioni sul prodotto. C'è quindi la possibilità di avere tutte le informazioni sul prodotto DOC della pecora. La pecora è il punto di riferimento e poi quello che produce e quello che viene immesso sul mercato. Noi oggi possiamo vendere anche tramite Internet. A Paganica ho aderito solo io insieme con altri di Arischia e alcuni di Bagno. In tutto siamo 20 persone che vogliamo fare questa sperimentazione. Con questa ci saranno molti più controlli ed ogni azienda avrà un veterinario e un agronomo a disposizione che verranno a controllare gli animali. Per avere il marchio DOC devono avere tutti i certificati necessari ed essere sani al 100%.
Quali sentimenti provi quando sei montagna?
I sentimenti che provo quando sono in montagna cominciano ad essere relativi perché la montagna è quasi come una casa. Anzi quando stiamo per andare in montagna siamo tutti contenti. La montagna ti fa diventare ancora più responsabile perché quando ti trovi in una zona che non conosci deve stare attento perché, ad esempio, ci può essere una vipera, puoi cadere in qualche buca e perciò bisogna essere responsabili.
Quali sentimenti ti colpiscono quando pascoli il gregge?
Ormai siamo diventati abbastanza esperti e non abbiamo più paura o incertezze nel pascolare il gregge e l'esperienza ci ha aiutato. Perciò ci sentiamo più sicuri e i sentimenti di paura e di timore sono passati.
Cosa si prova ad essere pastore?
Molte volte ci fa sentire umiliati, molte volte invece hai molte soddisfazioni. Ad esempio quando vai con le pecore. Ti senti rinascere perché il gregge te lo crei tu quindi hai quella soddisfazione di dire che hai fatto questo e quell'altro e sei riuscito a produrre qualcosa. Umiliato perché si è sempre un pastore. Io mi sento fiero di essere un pastore perché questa è la mia vita. Quindi mi piace fare il pastore e sento tutto l'orgoglio di fare questo lavoro come ad esempio fare l'insegnante. Ti senti meno orgoglioso quando vai a vendere un prodotto e cerchi di realizzare qualcosa di più perché le spese sono aumentate e poi ti accorgi che il mercato anziché darti quella soddisfazione necessaria, non ti ripaga come dovrebbe e ti offre meno di quello che sarebbe giusto.
Ti fidi dei tuoi cani?
Certo, mi devo fidare. Nella nostra epoca è meglio fidarsi di un animale perché esso è la cosa più fidata del pastore perché una persona può cambiare dal momento all'altro invece il cane è sempre fedele al pastore. Se poi si vede che un cane non è fidato lo mandi via e ne cerchi un altro del quale puoi fidarti.
Certo, mi devo fidare. Nella nostra epoca è meglio fidarsi di un animale perché esso è la cosa più fidata del pastore perché una persona può cambiare dal momento all'altro invece il cane è sempre fedele al pastore. Se poi si vede che un cane non è fidato lo mandi via e ne cerchi un altro del quale puoi fidarti.
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