Assergi e la festa di S. Franco (Racconti dal Quadernone)

 Post Ivana Fiordigigli

Si avvicina la fasta di San Franco




DAL “QUADERNONE” INEDITO



di Gino Faccia


Assergi e la festa di San Franco





San Franco secondo i racconti o leggende è nato nel 1156 a Roio, è morto nel 1226 quindi ha vissuto 70 anni ed è morto ai Favi il 5 giugno. Questo diceva anche Giovanni Ricuccio. 
Invece, secondo altri, Tomei di Camarda e don Demetrio parroco di Assergi, è nato tra il 1154 e il 1156 ed è morto tra  gli anni 1220 e il 1230; non ci sono documenti ed elementi per indicare le date precise. 

Il 5 giugno si festeggia il Santo ed Eremita Franco. 

In tempi passati si sentiva forte il culto di San Franco: Gli assergesi facevano festa, ma, soprattutto arrivavano tanti pellegrini.

I pellegrini venivano da Celano, Pescara, da varie zone dell’Aquilano, ma più da Teramo; questi arrivavano a piedi, attraversando Vavuccio e scendendo da Via Portella. Vicino a Ferragosto cominciavano dalle Roscie a cantare la storia di S. Franco fino alla chiesa e fino all’altare.
Molti facevano la costa de "'nna Porta" ginocchioni fino alla chiesa chiedendo grazie a S. Franco.

I pellegrini, che venivano a piedi e da lontano, dormivano nella chiesa.
Il parroco Don Demetrio si oppose a questo uso e non volle più che vi dormissero. 
Allora alcuni pellegrini si ribellarono, erano di Celano, lo minacciarono.
Il parroco fece un garage proprio per accoglierli, costruendo con l'aiuto degli Assergesi anche un bagno, quindi il garage della chiesa fu fatto da Don Demetrio e dalla popolazione per i pellegrini. 
Dal terremoto 2009 tale garage lo ha sistemato con i soldi degli emigranti Lina Giampaoli e lo gestisce, ci fanno le riunioni o feste e cene.

Ad un certo punto non venivano più a piedi i pellegrini, ma, almeno sino agli anni Settanta, con macchine e "corriere" e venivano ancora in tanti; si contavano settanta, ottanta corriere.
La festa era anche un punto di incontro, di scambio, di conoscenze, di amori, di commercio, di accordi di lavoro.
Quando i Filettesi venivano a S. Franco, alla festa, si mettevano d’accordo per andare a falciare il fieno a Fugno di Filetto e così qualche assergese si è sposato le Filettelle. Anche gli assergesi avevano i prati a Montecristo.
Andando avanti gli anni sono diminuiti anche i pellegrini, è cambiato tutto, piano piano, il garage non è servito più. La gente va e viene con la macchina.  Anche la gente di Assergi è cambiata.

Gli abitanti di Roio venivano in molti alla festa per ricordare il loro celebre e santo concittadino.
Un anno i Roiani, al tempo di Don Demetrio parroco, volevano che fossero concesse le Reliquie di San Franco a Roio per la celebrazione della festa. Gli assergesi si ribellarono e fecero la guardia notte e giorno. Una sera cominciarono a litigare alla piazza. Mio zio Mariano disse ai Roiani:
“La regina dell’Ungheria è potuta venire dall’Ungheria e voi non potete venire da Roio!” 
Da quando Don Osman è andato via da Assergi ed è parroco di Roio ha riunito Assergi e Roio. Qualche anno fa i Roiani hanno portato a spalle una Croce e l’hanno collocata all’Acqua di San Franco.

(lo stesso fatto riferito alle Reliquie è avallato dalla testimonianza di Dino, che attualmente risiede a Pescara, raccolta telefonicamente:

“-Ho fatto per anni il Procuratore per la festa di S. Franco. L’ho fatto anche quell’anno che c’era stata la richiesta di portare a Roio una delle Reliquie del Santo, il Braccio di S. Franco.
Ne vennero polemiche e storie a non finire. L’iniziativa non si poté attuare. Volevano fare anche a Roio la festa a S. Franco. Ad Assergi non vollero prestare le Reliquie.”
)

Oltre all'Acqua di S. Franco e alla Chiesa "S. Maria Assunta" di Assergi uno dei luoghi di S. Franco è anche la Grotta ai Peschioli ("aji Peschiori"). Sta in alto su una roccia e c’era per entrare uno scalone di legno. Oggi è praticamente impossibile salirci da sotto.
Un’altra grotta é alla località detta "ai Favi", su Pizzo Cefalone e qui è morto S. Franco.
Oltre le feste patronali ricordo che ai tempi di Don Demetrio si è fatta una gita: tutto il paese è salito a San Franco, ai “Favi”, dove è morto.
Il C.A.I. in agosto ogni anno, organizzata una escursione con una guida per andare alle Grotte.

Cambiamenti ci sono stati nel corso degli anni nella chiesa di Assergi
La chiesa che ricordo era più alta e c'erano tre finestroni in più a destra e a sinistra delle navate laterali. Vicino alla porta c'era una scaletta: al primo piano c'era un organo a canne; salendo si arrivava sino alle campane che si suonavano a mano. 
Al secondo piano fuori c'era un balcone ove si mostravano le Reliquie il giorno della festa. Con la guerra il balcone fu tolto.
Sulla vecchia volta della chiesa, ora abbattuta e sostituita con una volta a travi di legno, dal 1901 c'era un dipinto con San Franco e il vecchio protettore S. Egidio.
“U Sorge” è stato custode della chiesa e sacrestano e abitava nei locali della canonica a piano terra.

Il palco della festa di prima, il vecchio, era azzurro e lo prestavano anche agli altri paesi.
Angelo Mosca ha costruito il Palco nuovo, fornendo anche i materiali ed hanno collaborato i Beni Separati.
In Assergi si usava fare pellegrinaggi a piedi per andare a San Clemente; a Santa Maria della Croce; alla Madonna d’Appari; a San Gabriele; alla Madonna della Libera; all’Acqua di San Franco.

A S. Franco si andava il 13 agosto; verso le ore 4,15 si partiva a piedi per arrivare fino all’acqua, si mangiava un panino. Veniva il prete a dire la messa. 
Ci è venuto un anno anche il vescovo, con la musica per festeggiare la ristrutturazione dell'Edicola. 
Dopo la Messa, si ripartiva: prima tappa al Vasto, seconda tappa alla Sbota, terza tappa alle Pernagnova. Qui veniva incontro ai pellegrini la processione con la statua di S. Franco e col Prete. Si ripartiva alla terra di Sciancacrapa che c’erano gli spari.

Le Reliquie la sera del 4 giugno si mostravano al balcone. Ogni reliquia uno sparo e musica. 

Alla fiera c’erano le bancarelle che vendevano la storia di S. Franco e medaglie d’alluminio, giochi come il cane che sparavi e faceva il botto o il treno che sparava, giochi delle carte magiche o gioco con i chiodi. La sera della festa e il giorno durante la processione sparavano. 

La sera musica sul palco con musiche sinfoniche. Campane il giorno della festa. Le campane suonavano a festa. I figli salivano alla torre e suonavano "a mazzejie", a mano, le campane, le scalette erano di ferro a gradini.

Pietruccio faceva volare i palloni con rappresentati San Franco e Sant’Egidio alla festa della Madonna dell'Assunta. Più c'erano spari d'artificio e girelle,

Oggi nel paese ci sono più stranieri che assergesi perché si sono sposati o sposate quasi tutti fuori.

Ora il paese sta morendo. Così le attività, i mestieri, le mentalità stanno cambiando. 
Anche le feste non sono più quelle di una volta, che ad Assergi per la festa di S. Franco non rimaneva nessuno in casa. Le feste, però, sono rimaste nel calendario.

Ad esempio il 5 giugno si fa la festa di S.Franco, ma si pensa a mangiare e bere, poi all'orchestra, a ballare in piazza. 
Alla parte religiosa si pensa poco. 
S. Franco Protettore di Assergi, piano piano, fra pochi anni, rimarrà come quando era prima di essere Santo: un eremita vero e proprio.

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