Risposta dello scrittore Fernando Acitelli alla "Lettera Aperta"

Post di Ivana Fiordigigli e di Franco Dino Lalli

Riportiamo di seguito la risposta di Fernando Acitelli alla "Lettera  aperta", pubblicata su "Assergi Racconta" ieri 4 aprile.




LA LIBERTÀ DEL SOGNO E I SUOI OPPOSITORI

Soltanto chi non ha approfondito nulla
può avere delle convinzioni
Emile Cioran

Innanzitutto: che vi sia una biblioteca ad Assergi non significa che non ve ne possa essere un’altra. Esiste una bellezza già nel pensare una simile idea, nel vederla realizzata non come pensiero unico ma come scatto individuale, assoluto. Ci passerei il mio tempo passando in rassegna tutto quel sapere bene allineato. Un affresco che sarebbe per me. È possibile sognare tutto questo oppure si turba la sensibilità di qualcuno? Anche vivere lì dentro, certo. Non a caso vi è tra le fotografie anche un dipinto con un vecchio uomo disteso su un letto che in un luogo simile riposa senza chiedere nulla a nessuno, disincantato, al sicuro tra i libri e le sue riflessioni. Inoltre nel mio racconto parlo di sogno, ignoro se questo dettaglio sia stato valutato dagli scriventi. V’è poi da dire che io sono uno scrittore e ho a cuore i libri sia come lettore che come custode di essi. Dispongo di oltre ventimila volumi e questo anche grazie all’amore e alla lungimiranza di mio padre, lettore esemplare. Io non chiedo aiuto alle istituzioni e la casa da me individuata per il mio sogno è di una mia cugina, quindi è un discorso tutto individuale. Oltretutto ho la casa alla Piazzetta del Forno (casa che fu dei miei nonni e poi di mia madre) proprio di fronte al luogo da me individuato. V’è inoltre da dire che, sempre nel sogno, vorrei intitolare la biblioteca ad una persona che lì abitava – Sara Rapiti - e che m’è rimasta nel cuore, scena esemplare e lirica della mia infanzia. Tutto qui.

Considero la mia risposta definitiva, senza possibilità d’ulteriore replica.

FERNANDO ACITELLI





Qualche chiarimento per i lettori del nostro sito 
(data la "risposta definitiva").
di Ivana Fiordigigli e Franco Dino Lalli

Parlando di "cose concrete" e della realizzazione di un progetto, a volte si può anche disturbare i sogni di uno scrittore e, di questo, chiediamo venia. 

Che significa, però "oppositori del sogno"? Non è, quanto meno, esagerato?

Chiarito che lo scrittore Fernando Acitelli nel suo "Sogno di una biblioteca ad Assergi" parlava di una biblioteca privata, che si trattava di un "discorso tutto individuale" e da realizzare in una casa di proprietà, la questione del contendere non esiste. Prima di tutto ognuno a casa propria può farci quello che vuole e, poi, è un'idea splendida allestirvi una biblioteca di volumi scelti secondo i personali interessi e la personale cultura. Del resto in Assergi, nella propria casa, credo tanti abbiano una personale biblioteca, di pochi o di tanti volumi,  più o meno selezionata.

Altra cosa è parlare, ed operare, per allestire in un luogo, istituzionale o meno, in questo caso della parrocchia, un luogo che si può aprire al pubblico (bambini, ragazzi, adulti, anziani, studenti, turisti e visitatori di Assergi) e di libri da mettere a disposizione per consultazioni, lettura, studio, prestiti: qui i tempi possono essere lunghi e il processo difficile, come per la nostra del 2012, ideata anni prima, e che vorremmo concretizzare al più presto. Anche questo si è originato da un sogno, un sogno che ha dato vita a un progetto per cui si è operato e cooperato e che vorremmo si realizzasse. Solo per questo tipo di biblioteca valeva il messaggio di unitarietà: non farne due per un paese così piccolo, ma realizzarne una, ricca e bene organizzata.

Nel primo scritto è nato l'equivoco, Infatti pur trattandosi di una casa privata e di una biblioteca privata si parlava di "tanti libri da leggere in loco o da prendere in prestito" senza dare altri riferimenti; certamente si può anche dare in prestito un libro privato, collocato in una biblioteca privata! 

Magari! Verremmo a chiederlo in prestito anche noi!



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