Il lavoro di Khalil Gibran (angolo della poesia)

Post Ivana Fiordigigli.





Franco Dino Lalli, nell'inviare la poesia "Il lavoro" di Khalil Gibran, fa la seguente premessa: 

La poesia, elaborata in forma di prosa, del poeta Khalil Gibran (poeta, pittore e aforista libanese, poi naturalizzato statunitense), ci invita a comprendere il valore e la dignità del lavoro, sia esso manuale che intellettuale, ad esserne fieri per l’importanza e per il valore nella vita di ognuno di noi non solo per il semplice sostentamento, ma soprattutto per qualcosa di più profondo che è insito in ciò che ogni uomo fa nella sua semplice quotidianità con passione e responsabilità. 

Il lavoro

(Khalil Gibran)

Chiese allora un aratore: parlaci del lavoro.
Ed egli rispose dicendo: Voi lavorate per poter andar di pari passo con la terra e la sua anima. Poiché oziare significa diventare estranei alle stagioni e uscire dalla processione della vita che in fiera sottomissione avanza maestosamente verso l’infinito.
Quando voi lavorate siete un flauto che nel suo cuore volge in musica il mormorio delle ore. Chi di voi vorrebbe essere una canna muta e silenziosa quando tutte le altre cantano insieme all’unisono? Vi è sempre stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura.
Ma io vi dico che quando lavorate realizzate una parte del sogno più remoto della terra, a voi assegnata quando quel sogno nacque. Ed è nel mantenervi con fatica che voi in verità amate la vita.
E amare la vita attraverso la fatica significa essere molto prossimi al suo segreto più profondo.
e ogni slancio è cieco fuorché quando è sapere,
e ogni sapere è vano fuorché quando è lavoro,
e ogni lavoro è vuoto fuorché quando è amore;
e quando lavorate con amore voi stabilite un vincolo con voi stessi, con gli altri e con Dio.
È tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato.
È costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato.
È spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia, come se dovesse goderne il frutto il vostro amato.
È diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito e sapere che tutti i venerati morti stanno vigili intorno a voi.
“Chi lavora il marmo e scopre la propria anima configurata nella pietra, è più nobile di chi ara la terra.
E chi afferra l’arcobaleno e lo stende sulla tela in immagine umana, è più di chi fabbrica sandali per i nostri piedi”.
Il lavoro è amore rivelato.
E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio, accettare l’elemosina di chi lavora con gioia.
Poiché se cuocete il pane con indifferenza, voi cuocete un pane amaro, che non potrà sfamare l’uomo del tutto.
E se spremete l’uva controvoglia, la vostra riluttanza distillerà veleno nel vino.
E anche se cantate come angeli, ma non amate il canto, renderete l’uomo sordo alle voci del giorno e della notte.
Ma se nella vostra pena voi dite che nascere è dolore e il peso della carne una maledizione scritta sulla fronte, allora vi rispondo: tranne il sudore della fronte niente laverà ciò che vi è stato scritto.
Vi è stato detto che la vita è tenebre e nella vostra stanchezza voi fate eco a ciò che è stato detto dagli esausti.
E io vi dico che in verità la vita è tenebre fuorché quando è slancio,
E cos’è lavorare con amore?
Spesso vi ho udito dire, come se parlaste nel sonno:
Ma io vi dico, non nel sonno ma nel vigile e pieno mezzogiorno, il vento parla dolcemente alla quercia gigante come al più piccolo filo d’erba e che è grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal proprio amore.

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