I giorni della vecchia ovvero i giorni imprestati

 Post Ivana Fiordigigli.


I giorni della vecchia ovvero i giorni imprestati

di Franco Dino Lalli





La tradizione orale ci offre un’interpretazione leggendaria delle condizioni climatiche degli ultimi tre giorni di marzo e dei primi tre giorni di aprile, giorni caratterizzati e contesi tra gli ultimi strascichi del freddo invernale e dal tepore incipiente della primavera. I contadini basavano su questa empirica forma di previsione l’orientamento per i lavori nei campi cercando di allontanare qualsiasi pericolo dalle loro colture e dalla loro vita. 

Questa previsione è basata su una leggenda (che ricorda quella dei “giorni della merla”) che ha alcune varianti: quella della “vecchia pastora”.

Marzo, mese un po’ capriccioso com’era, volle tendere uno scherzo ad una vecchia pastora che conduceva a pascolare le sue pecore e per questo le chiedeva ogni giorno il luogo del pascolo.

La pastora, che non era affatto ingenua e sagace della sua esperienza, non si fidava del mese e perciò ricorreva ad una bugia: se andava a pascolare le pecore al piano diceva che si sarebbe diretta al monte e viceversa in modo che marzo sarebbe stato imbrogliato. Marzo riversò neve, grandine, vento sul piano mentre la pastora se ne rideva sulla montagna, viceversa la vecchia era tranquilla e sorridente sul piano mentre la tempesta si riversava sulla montagna. Questo durò per l’intero arco del mese. Quando marzo si accorse dell’imbroglio tesogli dalla pastora ricorse all’aiuto di aprile chiedendogli in prestito i suoi primi tre giorni. La vecchia, che si sentiva sicura del suo tranello e che credeva che il mese tanto capriccioso fosse terminato, lo scherniva dicendogli che i suoi agnellini erano ormai cresciuti e, quindi, rivelò il posto giusto del pascolo. Marzo, così, si vendicò e scaricò neve, grandine e vento. Così la vecchia pastora fu punita per la sua audacia. 

I giorni della vecchia vengono chiamati anche giorni imprestati e sono quei giorni in cui si credeva che, anche se in primavera, tornasse per un po’ il freddo invernale.

Popolarmente ci sono durante l’anno anche degli altri periodi di tempo caratterizzati da variazioni climatiche di tipo invernale, i “nodi del freddo”: il "nodo del cuculo" (10 aprile), il "nodo di San Marco" (25 aprile), “i santi di ghiaccio” (12,13,14 maggio). In Francia vi è qualcosa di simile: “il freddo di maggio (11 e 12 maggio).

Era usanza, fino a qualche tempo fa, per scongiurare il pericolo delle gelate tardive, nei giorni della vecchia, di segare o bruciare un fantoccio che simboleggiava proprio la vecchia.

Secondo alcune interpretazioni la vecchia della leggenda potrebbe impersonare la fine dell’anno che si esaurisce negli ultimi freddi dell’inverno, cioè la vecchia Madre Terra, mentre, con la primavera, avviene la sostituzione della nuova giovane Madre Terra.

I giorni prestati sarebbero una reminiscenza di un’antica riforma del calendario.

Si ricordano, in riferimento alla piovosità dei “giorni prestati”, alcuni proverbi. Uno recita che “Se la Vecchia è immersa nell’acqua ci saranno grano e becchime”, mentre un altro “Per la vecchia non si possono legare le viti, altrimenti le gemme diventeranno cieche”.


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