L'alba (angolo della poesia)
Post di Ivana Fiordigigli
Non è la prima volta che sul sito citiamo o parliamo di poesia, ma si può stabilire un discorso più sistematico, creando nella settimana un "angolo della poesia"; chiaramente sarà una scelta antologica libera attraverso la poesia del Novecento, dettata dalla sensibilità personale, ma anche dalla facile comunicatività al lettore di impressioni, sensazioni, sentimenti, eventi e quanto altro.
Se si riesce ad alzarsi presto la mattina e si trova il tempo di fermarsi e guardarsi intorno e in alto, si assiste sempre a uno spettacolo magnifico quando il sole sorge all’orizzonte
Seguono due poesie, tutte e due ispirate dall’aurora che sorge, ma interpretata molto diversamente da due scrittori e poeti del Novecento. Dalle pennellate di sfumature e sprizzanti colori che Marinetti dipinge sulla sua poesia-tavolozza attraverso parole che si rincorrono o si soffermano sulla pagina, passiamo all'alba vissuta da Pavese attraverso gli occhi di una donna, che pian piano si delinea ed emerge dalle nebbie e dal grigio dell'alba ed è lei che illumina tutto ("sei la luce e il mattino").Da un lato il “realismo lirico e simbolico” di Cesare Pavese, dall’altro la poetica del “futurismo” di Filippo Tommaso Marinetti
Sì, sì, così, l’aurora sul mare
(Filippo Tommaso Marinetti)3 ombre corrosive contro
l’ALBA
i venti via via lavorando impastando il mare cosi muscoli e
sangue per l’Aurora
EST luce gialla sghimbescia
Poi
un verde diaccio
slittante
Poi
NORD un rosso strafottente
rumore duro vitreo
rumore duro vitreo
Poi un grigio stupefatto
Le nuvole rosee sono delizie lontane
fanfare di carminio scoppi di scarlatto
fievole no grigio tamtam di azzurro
No Sì
NO
SÌ
sì
sì sì
SÌ
SÌ
giallo reboante
Meraviglia dei grigi
Tutte le perle dicono SÌ
Ragionamenti persuasivi verdazzurri delle rade a-
descanti
I Lastroni lisci violacei del mare tremano di entu-
I Lastroni lisci violacei del mare tremano di entu-
siasmo
Un raggio Rimbalza di roccia in roccia
La meraviglia si mette a ridere nelle vene del mare
Rischio di una nuvola blu a perpendicolo sul
Un raggio Rimbalza di roccia in roccia
La meraviglia si mette a ridere nelle vene del mare
Rischio di una nuvola blu a perpendicolo sul
mio capo
Tutti i prismatismi aguzzi delle onde impazzi-
scono
Calarnitazioni di rossi
Calarnitazioni di rossi
no
no
no
SI
SI
SI
altalena soffice
dei chiaroscuri
Puramente
Riposo al largo
penombra insoddisfazione
Una vela accesa
scollina all’orizzonte che trema
scollina all’orizzonte che trema
ROMBO D’ORO
risucchio di tre ombre in quella rada mangiata dal So
le - bocca denti sanguigni bave lunghe d’oro che beve il mare
e addenta rocce
e addenta rocce
SÌ semplicemente
SÌ
elasticamente
pacatamente
COSÌ
ancora
ancora
ANCORA
ANCORA
MEGLIO COSÌ
Lo spiraglio dell’alba
(Cesare Pavese)
Lo spiraglio dell’alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell’alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell’alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre ‒
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell’alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro ‒
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.
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