La pittrice naif Annunziata Scipione

Post di Ivana Fiordigigli

Del paese di Azzinano e delle scene dei giochi affrescati sui muri delle sue case Franco Dino Lalli ce ne ha parlato qualche tempo fa. Oggi ci fa conoscere una illustre cittadina di Azzinano, la pittrice naif Annunziata Scipione, scomparsa a novanta anni nel 2018, ma lasciandoci delle eccezionali opere pittoriche dove ferve e si racconta la vita contadina delle nostre zone.



Annunziata Scipione

di Franco Dino Lalli





Foto da: https://www.ekuonews.it/21/07/2019/


Ad Azzinano, il “paese dei giochi di una volta”, viveva la grandissima pittrice naif Annunziata Scipione che, con le sue opere, ha dato lustro al paese e alla memoria della civiltà contadina.

Ho un bellissimo ricordo delle visite effettuate nel luogo con amici per immergerci nella sensazione di favola ogni volta che ammiravamo i dipinti nel percorso del paese. Un ricordo particolare è stato quello della scoperta e della conoscenza diretta dell’opera della pittrice quando, durante una visita guidata con gli alunni, abbiamo avuto la possibilità di conoscere il suo universo creativo. Ci ospitò infatti nella sua casa e ci permise di ammirare le sue composizioni, quelle in terracotta e quelle pittoriche. Ricordo il suo sguardo felice mentre, nonostante le sue difficoltà ambulatorie, seguiva gli alunni nelle stanze ricolme di opere e si emozionava osservando la meraviglia e l’entusiasmo degli alunni che potevano così attuare una conoscenza diretta di una così grande artista.

Annunziata Scipione nacque a Camerale di Tossicia (Teramo) il 24 marzo 1928, ultima di sette figli di una famiglia contadina, frequentò la scuola primaria fino alla terza elementare. Fin dall’infanzia, trascorsa nei lavori dei campi a mietere o a pascolare le pecore, tracciava con il carbone vari abbozzi e modellava figurine con la creta.

Una volta sposata, con il capomastro Ettore di Pasquale, di Azzinano, realizzò piccole statuette in terracotta e in legno che usava costruire con i materiali di scarto dalla legna per il fuoco, quasi di nascosto. Il marito, una volta scoperta questa sua predisposizione, la favorì procurandole il materiale necessario.

L’arte rimase in lei latente fino all’età di 42 anni quando iniziò, senza aver nessuna base tecnica e conoscenza o frequentazione di altri artisti, a dipingere quasi nascostamente. La volontà di illustrare scene della sua vita contadina la diresse a dedicarsi completamente alla pittura dal 1972.

Ogni sua opera era la rappresentazione del suo vissuto: la vita nei campi con i lavori quotidiani, la natura, la vita dei contadini. Ella, affermava che non aveva mai utilizzato una tecnica ben precisa e non aveva mai disegnato il soggetto prima di dipingere, ma subito con il pennello.

È riconosciuta come la più importante esponente dell’arte naif non solo a livello regionale e nazionale, ma anche internazionale. Viene considerata l’erede spirituale di Antonio Ligabue. Uno dei suoi principale estimatori fu Cesare Zavattini che ha tenuto a esporre i suoi quadri nel Museo di Arti Naïves di Luzzara insieme con i capolavori di Antonio Ligabue.

Ha partecipato a sette edizioni del Premio Nazionale dei Naiffs di Luzzara, venendo premiata in quella del 1977-1978. Due suoi quadri sono stati prescelti per celebrare in tutta Italia l'Anno Santo1983-1984.

Nel 1985 è stata pubblicata per le Edizioni Essegi di Teramo la monografia di Natale Cavatassi e Giammario Sgattoni. L'arte naif di Annunziata Scipione. Pittrice della Valle Siciliana. Nel 2001 si è tenuta a  Tossicia e Montorio al Vomano la mostra Antonio Ligabue - Annunziata Scipione.

Il Comune di Tossicia ha dedicato una sala del Museo Etnografico del paese ad un gruppo di sue opere.

È scomparsa all'età di 90 anni a Teramo il 24 aprile 2018.

Le immagini della produzione della pittrice derivano ed emergono dalla realtà da lei vissuta e rappresentata con molta armonia e con colori festosi che donano all’opera un’atmosfera quasi irreale, magica. I personaggi sono evidenziati con i loro sentimenti nei suoi quadri che variano tra realismo e astrattismo con un grande equilibrio nella rappresentazione.

L’intento che si percepisce è quello di offrire alle nuove generazioni non soltanto la narrazione delle scene ricordate e comunicate della sua esperienza di vita contadina, bensì offrire un mondo interiore, intenso e vivo, di ricordi, di memorie e di emozioni vissute.

L’opera della Scipione può essere considerata dunque come un grande documentario della vita e delle tradizioni contadine dell’Abruzzo. Anche se riferite alla sua esperienza diretta e ai luoghi vissuti, può essere considerata come una testimonianza per tutte le realtà di un tempo, anche per il nostro paese.

Le scene dipinte non appaiono come nature morte ma con una vivacità che consente di fruirle da tutti ancora nei tempi attuali, come per incanto. Dalla personificazione dei personaggi, degli animali e delle cose rappresentate l’autrice comunica all’osservatore un senso di pace e di sicurezza e anche di poetica trasparenza che contribuiscono alla meraviglia di chi osserva. È probabile rilevare anche che la pittrice, attraverso l’espressione dei volti, le movenze dei personaggi, degli animali e la poesia della natura che accentua la gioia e la trepidazione nei suoi quadri, voglia comunicare la fierezza e la dignità della vita agro pastorale vissuta e rappresentata. Così la sua produzione diventa archetipo esemplare per tutti.

Nei suoi quadri sono frequenti le scene della vita comune nel momento della raccolta, momento che premiava le fatiche di un intero anno: la mietitura, la vendemmia, la trebbiatura, ecc. Anche quelle più faticose non sono descritte con la sofferenza e la fatica ma promanano un senso di calma e di serenità. Inoltre, in esse troviamo, salvo alcune eccezioni, una coralità che era sempre alla base di ogni lavoro svolto, coralità rappresentata dalla partecipazione nelle scene dipinte di una famiglia integrata con padri e madri, figli, nonni, nipoti, le tre età della vita umana, e dalla presenza di queste anche negli animali, segno tangibile di una volontà di perpetuare la continuità del trascorrere della vita e della storia.


 Foto da: https://www.repubblica.it/cronaca/2014/12/01

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