I Giochi di una volta ad Assergi: i SASSI (lab. Memorie)

Post di Ivana Fiordigigli 


Un materiale di gioco, che ad Assergi non sarebbe mai mancato e che aveva il privilegio di non esigere dai ragazzi costo alcuno, aspetto non trascurabile, erano pietre e sassi, disponibili ovunque: piccoli, grossi, arrotondati, belli squadrati, con le facce lisce o del tutto irregolari. La fantasia dei ragazzi ne era sollecitata ed ecco alcuni giochi di una volta, “a chilometro zero”, ed “a costo zero”, giochi semplici che facilmente si potevano fare ovunque.





A CASARELLE

Si poteva giocare “a casarelle”, cioè mettere insieme un po’ di sassi, farli reggere alla meglio in una improvvisata costruzione e proclamarla come la propria casa. Qui si sbizzarriva la fantasia: si fingeva che fosse la propria casa e si inventava tutta una serie di azioni, lavori; occorreva difenderla o vi si invitavano i compagni. Poteva capitare che qualche altro ragazzo non la rispettasse, o cercasse di "spallarla" e la rompesse, e qui sarebbe scoppiata la lite e la rivalsa, perché era considerata una vera cattiveria.



A LANCIO DEL SASSO

Consisteva in una gara appassionata a chi riuscisse a mandare un sasso più lontano possibile. Gino Faccia racconta che da ragazzo era uno dei più bravi nel lancio del sasso e che una volta è riuscito a rompere un vetro, “sotto a ju Console”, tirando il sasso da “’na Porta”. Quando il “Console” ha verificato l’episodio, è rimasto tanto colpito da questo lancio che non ha preteso di essere rimborsato per il danno subito.



LANCIO DEL SASSO SULL’ACQUA

Si andava al fiume per lanciare i sassi nell'acqua. Ci si divertiva ad osservare l’effetto delle onde e si cercava di riuscire a farlo rimbalzare.


A SASSITTE

Lo facevano anche i ragazzi e richiedeva sveltezza di mano ed abilità. Occorreva scegliere attentamente cinque pietruzze, piuttosto omogenee nel peso e nella forma, da poter tenere nel palmo della mano. Occorreva lanciarle prima una ad una, poi in ordine matematico aumentando progressivamente il numero di esse, senza farle cadere, per riuscire vincitori in questa sorta di gara dalle ferree leggi. Le più brave erano le ragazze. Era bello giocare, ma soprattutto osservare le pietre lanciate in alto e le mani che si muovevano velocemente per poterle riprendere prima che cadessero a terra.


A BOCCIA

Occorreva molta cura nel cercare pietre lisce e arrotondate e della stessa misura da usare come bocce. Poi era tutta una divertente e animata gara!



A SANTI

Appoggiato in un posto adeguato il sasso, scelto bello dritto, ci si mettevano i soldi; si lanciava ogni soldo sul sasso e, se fosse caduto vicino a chi aveva lanciato, avrebbe vinto, altrimenti avrebbe perso



A CAMPANA

Fatto il primo giro, stando attenti ad arrivare pari agli ultimi due quadrati, si faceva il nuovo giro con un sasso sopra al piede, stando attenti a non farlo cadere. Alla fine il sasso veniva raccolto lanciandolo con un piede.

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