Fonte della Portella

Post di Ivana Fiordigigli

 La storica Fonte della Portella il 9 ottobre 2021 è stata al centro di una commovente cerimonia. Con un apprezzabile e sensibile gesto in memoria di Emilio Ciammetti la Fonte è stata restaurata ed è' stata posta una nuova segnaletica e una piccola targa a ricordo dell'ex Finanziere del Soccorso Alpino delle Fiamme gialle, vittima lo scorso marzo di un incidente stradale.

L’iniziativa, proposta dalla Federazione per la Rinascita della Forestale Ambientale, si è realizzata con l’adesione del Soccorso Alpino e del Comune dell’Aquila. Si è così voluto rendere omaggio ad un uomo appassionato della montagna e che con molto impegno e generosità ha prestato la sua opera di soccorso.

La sorgente di Fonte Fonte della Portella si trova a 1880 metri di altezza, mentre il Passo della Portella è situato a 2160 m.

Presso di essa per secoli hanno sostato e si sono ristorati pastori, escursionisti, viandanti, commercianti, pellegrini devoti, mentre scendevano o risalivano verso il Passo.

Il corredo della Fonte nei secoli è stato quello naturale o quello dei pastori che come meglio hanno potuto hanno cercato di attrezzarla con materiali poveri, eppure portati là sopra con grande fatica. La cerimonia del 9 ottobre 2021 sembra quasi segnare un punto di passaggio con una data precisa.  
La Fonte della Portella oggi si mostra arricchita di una vasca di raccolta nuova, di forma quadrangolare, quasi una cassetta, di legno fuori e dentro rivestita di metallo scuro, forse rame. Quella precedente era rudimentale, una semplice canala di metallo, poggiata per terra, che raccoglieva l'acqua. 

Di sicuro questo luogo di montagna è stato un punto di riferimento per i pastori di Assergi, ma ascoltiamo a questo proposito una testimonianza.








Fonte della Portella

di Gino Faccia



Tra il 1800 e gran parte del 1900 so che Fonte Portella era un luogo frequentatissimo dalle greggi e pastori di Assergi. Lassù, mentre pascolavano sulla montagna, trovavano acqua di sorgente e ristoro per sé e per gli animali.

Vita quotidianamente difficile e faticosa quella dei pastori in montagna.

Una delle ultime famiglie di pastori conosciuti in Assergi è quella dei “Ssì Antonini”: il padre Peppe, detto “Bebbè” i figli Ercolino, Carletto, Checco, Antonio, Franco. Le figlie femmine lavoravano in casa.

A proposito della sorgente Portella, Carletto ha usato un sistema ingegnoso per far abbeverare il gregge, anche se si è trattato dl un pesante lavoro di trasporti lungo la ripida salita, che richiedeva il tempo di almeno una settimana.
Con fatica e con l’aiuto del mulo o dell’asino, che venivano caricati con due pezzi ogni volta, ha trasportato sul posto di Fonte Portella, canale di legno o di ferro e quanto altro necessario per raccogliere e incanalare l’acqua, così facilitando l’operazione dell’abbeveraggio delle pecore.

Il fratello di Carletto, Checco, in genere saliva sulla montagna a fine maggio e riscendeva ad Assergi in ottobre. Percorreva passo a passo tutta la montagna per trovare e tagliare il "pelone" e la "falasca", erbaggi per le pecore. Faceva con queste erbe delle fascine, se le caricava sulle spalle e le portava dove stazionava l'asino, che veniva caricato per raggiungere "Fonte Portella" o "Jù Mannuline" dove erano gli stazzi, o Assergi, per fare la provvista per l'inverno.
I "Ssì Antonini" ad Assergi, lungo Via Portella, possedevano una serie di stalle dove tenevano le pecore nella stagione invernale.

Sempre i “Ssì Antonini” sono stati gli ultimi pastori utilizzatori di Fonte Portella e della zona della montagna; poi si sono spostati a “Monterorondo”.

Parlo di un'altra memoria che spiega la presenza a quella altezza di tutta una serie di materiali mai utilizzati. A Fonte Portella la Comunità Montana Amiternina aveva progettato la costruzione di un Rifugio. Sono stati portati in quegli anni tutta una serie di materiali, travetti, cemento e quanto altro necessario per la costruzione, ma il rifugio non è stato mai realizzato. Restano ammucchiati e rovinati i materiali saliti lì per l’opera


Itinerario per giungere alla Fonte
Così nel 1943, nella Guida al Gran Sasso d'Italia di C. Landi e S. Pietrostefani viene delineata parte della traversata da Assergi e Pietracamela:
"Dal piazzale della stazione dirigersi verso Nord, lasciando a destra il fabbricato dell'autorimessa e raggiungere la mulattiera, che, ampia e ben tracciata, risale con numerose curve l'ampia Valle di Portella, delimitata a sinistra dalle pendici del Pizzo Cefalone, a destra da quelle del monte Portella. Con svolte rapide nell'ultimo tratto il sentiero raggiunge la Fonte della Porrtella m. 1820 circa, ottima e copiosa (ore 2).
Lasciato a destra il sentiero che porta all'albergo di Campo Imperatore, si rimonta un ripido costolone e si perviene al Passo del Lupo (m. 2100 circa, piccola sella sulle pendici di Monte Portella (ore 2,45). Si trascura il sentiero di destra che valicando il Passo adduce al Rifugio Duca degli Abruzzi e, per il sentiero di sinistra, si raggiunge con lunga diagonale il Passo della Portella m. 2256 (ore 3,15)".
Più avanti la Fonte viene descritta come " ottima e copiosa", quindi con un'offerta di acqua buona e abbondante, a ristoro di pastori e viandanti.
E' da notare che l'altezze slm della Fonte, del Passo del Lupo e del Passo della Portella, indicate nel testo del 1943, non corrispondono a quelle oggi indicate sulla segnaletica presso la Fonte (vedi foto).
Nella edizione degli anni Settanta le altezze sono modificate:
Fonte Portella m. 1875;
Passo del Lupo m. 2156;
Passo della Portella m. 2260.



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