L’ULTIMO EREMITA DEL GRAN SASSO

Post di Ivana Fiordigigli
Dopo aver parlato del recentissimo Raduno Nazionale di Eremiti", mi sembra interessante parlare dell'ultimo eremita del Gran Sasso, vissuto nel 1800. Lo spunto lo offre un articolo, di cui presentiamo una sintesi, pubblicato in gennaio 2020 sul sito on line “Virtù Quotidiane” ed è di Alessandro Acchiappanuvoli:


L’EREMO DI FRATTA GRANDE A PRETARA, L’ULTIMA CASA DEL
(https://www.virtuquotidiane.it/cronaca/leremo-di-fratta-grande-a-pretara-lultima-casa-dellultimo-eremita-del-gran-sasso.html )

L’articolo ci informa che a tre Km. Da Isola del Gran Sasso, a pochi metri dalla frazione di Pretara, c’è l’Eremo di Fratta Grande, costruito dall’ultimo eremita del Gran Sasso, Frà Nicola Torretta.

L’eremo viene indicato come “solo l’epilogo del grande lavoro” realizzato dall’anacoreta laico Frà Nicola nella zona.

Nasce nel 1803 a Picciano (PE) da famiglia benestante, che si trasferisce poi a Castelli, dove da giovane fece il contadino e vari lavori manuali.

Ad un certo punto la scelta religiosa. Impressionato da prediche e sermoni che in quegli anni di forte agitazione e malcontento popolare erano diretti alla campagna e ai ceti poveri e che furono ordinati all' "Arciconfraternita del Prezioso Sangue di Gesù Cristo", decise di seguire i missionari.
"Nell'anno di nostra salute 1825 abbandonai la mia casa paterna e presi l'abito da eremita in Santa Maria di Pagliara, la Domenica 7 settembre 1825. Mi furono consegnate quattro chiese da ristabilire"

Poi ad Ortona decise di prendere l'abito di Cappuccino, ma gli fu rifiutato per la sua sordità all'orecchio sinistro.

Iniziò così la sua vita da laico eremita e si dedicò con fervore alla meditazione e con le sue mani ai lavori e restauri delle quattro chiese: S. Maria a Pagliara, San Cassiano, S. Colomba, San Nicola a Fano di Corno; faceva il falegname, il muratore, lo scalpellino, il ferraio, il pittore, lo stagnino e quanto altro necessario. 

Sono gli anni intorno al 1850 quando inizia la costruzione dell'Eremo di Fratta Grande, composto di chiesetta, chiostro e stanzetta. Qui visse sino ai suoi ultimi giorni. Di fianco all'eremo c'è una piccola grotta davanti al cui ingresso è posta una croce di legno.

Morì il 23 febbraio 1886 e fu sepolto nell'eremo, sotto l'organo a mantice, anche esso da lui costruito.
Dopo dieci anni le spoglie furono traslate nella chiesa parrocchiale di Pretara.

Soltanto a 100 anni di distanza, il 1986 il Comune di Isola pose lì una lapide, per ricordarlo.

Foto presa dal sito citato

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