Il Documento - La chiesa Santa Maria in Valle e la sua fondazione
Post Ivana Fiordigigli
Riportando l'attenzione al particolare, e non più esistente, luogo della memoria costituito dalla chiesa S. Maria in Valle, non si può trascurare quanto riporta Demetrio Gianfrancesco, p. 75,76 della sua pubblicazione del 1980; egli precisa nella nota 145: Ho potuto raccogliere queste notizie leggendo con lente di ingrandimento le foto della volta della Chiesetta pericolosamente lesionata scattate a cura della soprintendenza prima della demolizione e gentilmente fornitemi, a richiesta, per l'archivio parrocchiale. I versi scritti sotto le figure degli altri Santi non sono ben leggibili.
Nel 1933 la chiesa è stata demolita, quindi Demetrio Gianfrancesco non può farne una descrizione diretta; la sua fonte di informazione è la foto della volta della chiesa della Soprintendenza.
"Presso l'ospedale sorgeva una cappella con un'immagine mariana, ritenuta miracolosa, presso la quale si sviluppò la chiesetta di Santa Maria in Valle. il dipinto fu trasferito sull'altare Maggiore della nuova chiesa, edificata con le offerte dei fedeli ed officiata in un primo tempo da un sacerdote della prepositura essa era di forma circolare ed aveva tre altari: quello Maggiore era dedicato alla Visitazione a Madonna delle Grazie, quello di destra a San Bernardino e a San Giovanni, quello di sinistra alla Vergine degli Angeli con San Francesco, Sant'Egidio e San Franco, in basso.
La Chiesa fu decorata con pitture del Padre Luigi da Pacentro nel 1829, come risultava da un'iscrizione del soffitto, nel cui centro era l'Immacolata, con quattro Santi ai margini: San Bernardino, San Giovanni da Capestrano, San Bonaventura e San Francesco sotto la cui immagine si leggevano i versi:
Franciscus coelo ingemit, forma Minorum
Fratrum Observantium splendor et Asserici."
Immagine mariana dell'edicola, poi posta nell'altare centrale della chiesa S. Maria in Valle, oggi
a destra dell'altare della chiesa S. Maria Assunta.
Sempre nella nota citata 143 Demetrio Gianfrancesco ci dà la notizia che nel Libro de li Parlamenti Assergesi, 20/10/1784, "si dà la notizia del ritrovamento di un libro relativo alla fondazione di S. Maria in Valle, il cui istrumento fu rogato nel 1612, con regio assenso"
Sante Acitelli in un suo scritto sulla famiglia Cenci e sul feudo assergese, parlando di Francesco Cenci, attribuisce a lui la costruzione della chiesa di S. Maria in Valle agli inizi del 1600.
Se poniamo poi l'attenzione invece al più antico Ospitale pauperum e alla attigua edicola mariana, l'antico sacellum della Visita Pastorale Pignatelli del 24/8/1595, l'origine della chiesa sfuma in un tempo remoto e nella devozione popolare verso l'immagine che nel 1600 troverà collocazione nell'altare centrale della nuova chiesa.
Nella storia di questa chiesa trovo significativo un dato: nasce dalla devozione popolare attraverso l'antica edicola con l'immagine mariana; trova fine nella demolizione del 1933, ma la devozione popolare degli assergesi non la abbandona al suo destino, reagendo con vivaci e sentite proteste, il che provoca anche l'arresto di alcuni cittadini e lo strascico di vicende giudiziarie.
Sempre nella nota citata 143 Demetrio Gianfrancesco ci dà la notizia che nel Libro de li Parlamenti Assergesi, 20/10/1784, "si dà la notizia del ritrovamento di un libro relativo alla fondazione di S. Maria in Valle, il cui istrumento fu rogato nel 1612, con regio assenso"
Sante Acitelli in un suo scritto sulla famiglia Cenci e sul feudo assergese, parlando di Francesco Cenci, attribuisce a lui la costruzione della chiesa di S. Maria in Valle agli inizi del 1600.
Se poniamo poi l'attenzione invece al più antico Ospitale pauperum e alla attigua edicola mariana, l'antico sacellum della Visita Pastorale Pignatelli del 24/8/1595, l'origine della chiesa sfuma in un tempo remoto e nella devozione popolare verso l'immagine che nel 1600 troverà collocazione nell'altare centrale della nuova chiesa.
Nella storia di questa chiesa trovo significativo un dato: nasce dalla devozione popolare attraverso l'antica edicola con l'immagine mariana; trova fine nella demolizione del 1933, ma la devozione popolare degli assergesi non la abbandona al suo destino, reagendo con vivaci e sentite proteste, il che provoca anche l'arresto di alcuni cittadini e lo strascico di vicende giudiziarie.
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