Film: FESTA - Piccola storia di una Epifania
Post Ivana Fiordigigli
Questa volta ci troviamo a riproporre un film interamente realizzato nel paese di Assergi; si tratta di un cortometraggio, girato per la Terza Rete Nazionale della RAI, che Franco Dino Lalli, studioso di tradizioni e cultura popolare e uno degli attori co-protagonisti del paese, ha custodito e ha messo a disposizione del nostro sito.
TITOLO DEL FILM:
F E S T A
Piccola storia di una Epifania
Di Gabriele Lucci
Cortometraggio girato ad Assergi con gli abitanti di Assergi
Presentazione e riflessioni
di Franco Dino Lalli
SCHEDA TECNICA
scritto e diretto da Gabriele Lucci
realizzato con Duilio Chilante e gli abitanti di Assergi
voce di Maria Nunzia Tambara
fotografia di Giampiero Falgiani
scenografia di Gabriele Ciaccia
musiche scelte da Sandro Francavilla
tecnico del suono Mimmo D’Ottavio
spec. di ripresa Gaetano Di Domizio
edizione Peppino Troilo
Abitanti di Assergi in ordine di apparizione (qualcuno non siamo riusciti a individuarlo; saremmo grati se qualcuno ci aiutasse a completare l'elenco)
Antonina, mamma di Nello Tacca
Romolo Masciocco
Giambattista Lalli
Agata Scarcia
Antonio Carrozzi (Domenico)
Giuseppina Mosca
Maria Cesina Rapiti
Genuina Graziani
Sabrina e Simonetta Nardoni
Angela Mosca, madre di Sabrina e Simonetta e moglie di Franco Nardoni
Giuseppe Lalli
Rossana Massimi
Angelarosa Cipicchia
Maria Pia Giusti
Franco Faccia
Antonietta Mosca
Aldo Spagnoli
Maria, detta de Timbò
Iolanda Sellecchia
Antonietta Lalli
Maria Tacca
Franco Dino Lalli
Franco Tacca
Don Gustavo Iovenitti
Gabriella Properzi
Concetta, moglie di Nello Tacca, e figli
Pugile Otello Valdrappa
Angelo Alloggia
Maria Leonardis
Domenica Scarcia
Alla fine degli anni Settanta del 1900 il regista Gabriele Lucci realizzò nel nostro paese il cortometraggio “Festa - Piccola storia di una Epifania”. Il cortometraggio fu girato per la Terza Rete Nazionale della Rai e fu presentato in un festival internazionale a Salsomaggiore.
Si racconta una storia semplice, ma molto poetica. Tonio, un ragazzo muto (Duilio Chilante) riceve la telefonata della sua fidanzata che lo avverte del suo ritorno nel paese per la festa dell’Epifania. Il giovane allora decide di attuare un percorso nel paese da far intraprendere alla ragazza nei luoghi più suggestivi, nascosti e importanti per i ricordi, lasciando in essi oggetti e simboli che testimonino l’affetto nei suoi confronti e le suscitino emozioni. Durante questo percorso, il ragazzo si trova coinvolto in numerosi incontri con persone del paese che lo distraggono dal suo impegno, che lo coinvolgono in alcune tematiche familiari e sociali del microcosmo paesano e che offrono un contributo fresco e vivace al tessuto narrativo dell’opera.
Il progetto fu supportato dall’aiuto concreto dell’insegnante della scuola elementare di Assergi, Maria Assunta Calvisi, che poté socializzarne contenuti e proposte ai genitori degli alunni frequentanti e, successivamente anche agli altri abitanti del paese, che approvarono l’idea e si resero partecipi per la realizzazione. Il gruppo operativo, composto dal regista, dall’interprete principale Duilio Chilante, dalla professoressa Annamaria Ximenes e dagli altri collaboratori, scelsero i luoghi per le azioni principali del film, prepararono le scenografie sia degli interni che degli esterni, procurarono i materiali per realizzarle ed elaborarono i canovacci dei dialoghi per le varie scene. Notevole contributo fu offerto da molti abitanti del paese che offrirono le loro case e altri ambienti per la buona riuscita del film.
Da sottolineare il contributo offerto dal parroco del paese, Don Gustavo Iovenitti, persona umile, buona e disponibile nel relazionarsi con i giovani e con tutti gli altri, che permise di approntare e girare delle scene in alcune stanze della canonica e una nel garage (attuale Centro Polifunzionale) e inoltre si rese disponibile per essere un interprete in una scena del cortometraggio.
Le scene girate all’interno sono state provate e realizzate partendo da un’idea discussa inizialmente con gli “attori” i quali hanno improvvisato i dialoghi “a braccio” dimostrando notevoli doti recitative, quasi da attori professionisti.
Una grande importanza, inoltre, costituiscono i testi declamati dalla voce narrante (Maria Nunzia Tambara) che contribuiscono notevolmente ad accentuare l’atmosfera poetica del racconto evidenziando i ricordi e le situazioni.
La parte principale del film, comunque, va ascritta ai luoghi del paese che con la loro suggestione rendono l’opera ancora più poetica e ci restituiscono anche i volti di persone che con tanto affetto ricordiamo e che ora non ci sono più. È quindi un documento, oltre che visivo, anche e soprattutto documentario che ci consente di custodire memorie e indagare confronti con la realtà quotidiana odierna.
Eccezionale testimonianza storica, bravissimi!
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