Proverbi di Assergi, di Franco Dino Lalli: IL LAVORO N° 1 (Lab. memorie)

Post Ivana F.

Dopo i proverbi sulla figura e sulla concezione della donna, ecco una serie di proverbi sul tema "lavoro". Sono stati accuratamente ricercati e appuntati da Franco Dino Lalli. La sua fonte primaria è stata la tradizione popolare orale, proveniente ed espressa da persone che sono vissute nel 1900 ma avevano nella mente quanto tramandato dalle precedenti generazioni vissute nel 1800 e precedenti periodi. 

Pur tenendo bene a mente che i vari passaggi orali tra persona e persona, ma soprattutto tra generazione e generazione, possono portare ad equivoci, storture, errori di comprensione o di interpretazione, aloni e richiami connessi a situazioni specifiche delle singole epoche generazionali, scelte lessicali o stilistiche non consone alla nostra attualità, bisogna riconoscere che lo spirito animatrice del proverbio o modo di dire, la filosofia di vita che sottintende, anche se stereotipata e sclerotizzata in un detto il più generale e onnicomprensivo possibile, sono ancora vivi ed esprimono delle verità che non si può non condividere. Sono chiaramente degli spunti da interpretare ma ne emergono delle regolamentazioni di comportamento che ancora riusciamo a calare nelle attuali situazioni di vita.

Divertiamoci a considerare i seguenti ed a valutarne l'attualità.






Chi nen tè forza addòpra ingegne


(Chi non ha forza adopra l’ingegno)




Co na bòtta nen se tajia j’arbre


(Con un colpo solo non si taglia un albero)






Quann’è la sera do’ nen s’arriva se 


'cci pianta u zeppe



(A sera dove non si arriva ci si pianta un segno).



Mèjie na cattiva mesata che na bbòna jornata



(Meglio una cattiva mensilità che una buona giornata).




Accompàgnate co chi è mejie de te

 

e pagagli le spese)






Ognune all’arte sé e le pèchera aju lupe







Quele che la notte se fa u jorne se vede




(Ciò che si fa di notte il giorno si vede).





(immagini da internet)

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