L'Acqua di San Franco e la tradizione.
Post Ivana Fiordigigli
L'Acqua di San Franco e la tradizione.
La tradizione, complesso delle usanze, dei costumi, delle credenze che vengono trasmessi da una generazione all'altra oralmente o per iscritto, è un patrimonio importante della popolazione di una determinata località.
E’ la popolazione tutta che la deve custodire, tramandare, far conoscere, pubblicizzare ed ha un senso solo perché la si ricorda, gli si dà importanza, viene fatta vivere.
Sta nel cuore, costituisce la radice della propria identità culturale e sociale, è un modo di vivere e di interpretare la realtà; vive nell'anima e non è fatta di formalità esteriori, festeggiamenti e quanto altro, anche se si esprime anche attraverso manifestazioni e cerimonie.
Una tradizione si può dimenticare, perché non è stata adeguatamente trasmessa, ma la responsabilità non si può scaricare su altri e non si affida ad altri.
Nel nostro caso essa sembra essere stata del tutto affidata ad altri, il parroco del paese o la Curia di L’Aquila. Strana delega!
Una volta per organizzare e celebrare degnamente le feste del paese esisteva un Comitato Feste che si preoccupava di stilare un programma in collaborazione con il parroco, di espletare tutte le formalità organizzativo-burocratiche necessarie alla festa religiosa e alla festa civile. Che io ricordi, non era il parroco che da solo si caricava in spalla gli arredi sacri e si avviava su per la montagna, era il Comitato Feste che si preoccupava di predisporre il tutto per la salita, il raggiungimento, la cura del luogo sacro. Oggi sembra tutto invertito: il parroco deve operare secondo tradizione; la popolazione, se lo ritiene opportuno e le aggrada, partecipa, altrimenti si astiene o addirittura boicotta le celebrazioni.
Ancora più strano è chiedersi, da parte della Redazione di Assergi Racconta: “forse dopo la celebrazione dell'Ottocentenario della morte di San Franco tutte le manifestazioni in sua memoria sono state azzerate? Può darsi, ma di certo il nostro San Franco non avrà gradito.”
Questo è l’altro polo dello “scarica-barile”: l’associazione culturale che lo scorso anno ha operato per i festeggiamenti dell’Ottocentenario del Santo e lo ha fatto in una situazione certamente problematica dato il Covid e la necessità di ridimensionare il nutrito programma predisposto.
L’Ottocentenario è stato comunque adeguatamente celebrato in alcuni eventi decisamente importanti e con attività culturalmente impegnative e anche economicamente costose, con scarsa o assente collaborazione da parte di alcune componenti del paese, quando non si è trattato di una sorta di latitanza silente.
Si citano alcune attività:
- tentativi vari di coinvolgere nel Progetto Ottocentenario altre componenti (Comitato Feste di Assergi; ASBUC di Assergi; altre associazioni culturali del paese; i cittadini tutti)
- pubblicizzazione degli eventi con conferenza stampa iniziale, articoli su quotidiani e su siti on line, intervista concessa a Rete Otto, e altre forme
- collaborazione per l’organizzazione delle manifestazioni religiose programmate per il 4 e il 5 di giugno 2020.
- organizzazione della salita all’Acqua di S. Franco il 13 agosto 2020, con celebrazione della Santa Messa da parte del Nunzio Apostolico Mons. Orlando Antonini;
- creazione del testo “Il respiro della montagna” per il concerto-recital.
- prima presentazione nella chiesa “S. Maria Assunta”il 13 agosto 2020 alle ore 21.00 dello spettacolo da parte dell’Orchestra “Deltensemble” e della Soprano con recitazione da parte dei tre attori coinvolti, alla presenza di un folto e motivato pubblico; ruolo non secondario ha svolto in tale occasione la Pro Loco di Roio col suo servizio sicurezza anti Covid;
- elaborazione progettuale e strutturazione del Presepe Ottocentenario;
- quanto necessario per procedere alla piantagione della piccola quercia, dedicata a San Franco, donata ad Assergi da “NoiXLucoli”.
La Redazione di Assergi Racconta ci dovrebbe spiegare:
Cosa ci entra quanto realizzato nel 2020 e, in parte proseguito nel 2021 dalla associazione culturale “Assergi: cultura, memoria e montagna”, con le manchevolezze organizzative di chi avrebbe dovuto programmare i festeggiamenti nel corrente anno?
A questo punto poniamo noi anche altri interrogativi:
- Dove è stato il Comitato Feste in tutto l’anno 2020? Si sono detti dimissionari, ma non hanno consegnato le loro dimissioni e presentato al parroco il rendiconto. Il 5 giugno 2021 si sono però manifestati con un corposo sparo al termine delle celebrazioni religiose, ma a sorpresa e senza alcuna connessione o dialogo costruttivo. Dopo di che sono di nuovo scomparsi!
- Dove sono state in tutto l’anno 2020 le altre associazioni culturali di Assergi o il grosso dei cittadini? E nel 2021?
- Come è potuto capitare l’episodio della piantina di quercia donata ad Assergi da Lucoli, per la quale invano, e per mesi da ottobre 2020 in poi, abbiamo cercato di impostare con l’ASBUC la pratica burocratica per la sua piantagione nel demanio civico di Assergi? Per non farla morire in un vaso l’abbiamo messa poi intorno a fine febbraio a dimora in un sito dove non avrebbe dovuto arrecare alcun fastidio; ci siamo visti recapitare intorno al 5 giugno 2021 una serie di lettere Asbuc con ordine di espianto, proprio nella data in cui era prevista inaugurazione e benedizione della piantina e della sua pietra-dedica.
Gli assergitti scacciapreti si lamentano per la mancata funzione del 13 agosto all'Acqua di San Franco. Sono gli stessi assergitti che hanno boicottato tutte le funzioni religiose degli ultimi anni. Non potevano portarsi dietro il cappellano di fiducia per dire messa? Vergogna...
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