Gli alberi (N°4) di Giacomo Sansoni



Post Ivana F.

Quella che si presenta è una nuova creazione di Giacomo Sansoni, della quale provo a dare una lettura.

Prosegue con essa l’attenzione alla natura e agli alberi e il suo desiderio di andare al di fuori degli schemi e parlare direttamente all'anima ed al cuore dello spettatore. Alla forma grafica il compito di comunicare in maniera semplice una riflessione che rimanda a tutti i contemporanei discorsi teorici e anche ideologici sull’uomo che altera la vita della natura e, perdendo l’equilibrio e il controllo dei vari fattori, può determinare anche la fine di essa.

Ci sono nel dipinto degli elementi che creano forte apprensione non solo per il futuro di queste creature viventi che si chiamano alberi e che espandono verso il cielo le loro chiome fatte di rami e di verde, ma anche per il futuro dell’uomo.

Se i tre dipinti precedenti li avevo visti come una rappresentazione del ciclo della vita, in questa vedo una forte e violenta alterazione di questo ciclo.

Da un lato il taglio profondo del tronco dell’albero che porta la linfa ad alimentarlo molto parzialmente e fa inclinare l’albero.

Dall’altro un nuovo pericolo che viene dall’alto e si manifesta in due squarci oscuri dell’azzurro del cielo che sembrano inghiottire e far sparire buona parte della chioma di esso. Quello che sembra morire non è solo qualche ramo, ma la forza di crescita e di vita; viene minata proprio la forza dei rami in espansione della pianta.

Delicata metafora della vita in mezzo alla natura, ma non retorica, la ragazza sull’altalena sospesa ad uno dei rami ancor verdi dell’albero, ma il contesto la pone in un equilibrio molto precario; la spensieratezza ed il gioco rischiano di finire. Anche la casetta a fianco non ispira fiducia ed accoglienza; può essere un possibile riparo, ma si presenta chiusa, anche se in maniera rudimentale e non ha finestre o altre aperture.

Lascio campo libero ad altri commenti ed osservazioni.





Gli alberi 
di Giacomo Sansoni



Commenti

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    1. Complimenti all'autore e alla sua incisiva capacità di rendere la realtà sia in forma figurativa sia in forma poetico-narrativa.

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