Giochi di una volta ad Assergi: A CAMPANA (lab. Memorie)

Post Ivana F.


Campana

di Franco Dino Lalli


Come si inizia a giocare a campana?

All’aperto si traccia a terra un semplice disegno, la campana.

E' una figura geometrica formata da quadrati o rettangoli, in numero da stabilire, ma comunemente sette, disposti a croce e numerati in progressione. 

Si lancia un sasso, possibilmente piatto e in modo da non scivolare, su una casella della campana e bisogna raggiungerlo saltando su un piede solo. 

Si deve raccogliere il sasso, stando in equilibrio per non cadere sulle caselle, altrimenti si deve ricominciare da capo, e non si deve toccare i solchi che le delimitano. Quando la pietra cade su una casella sbagliata il lanciatore perde il turno e può solo ricominciare, partendo dalla casella in cui ha commesso l’errore, solo alla fine dei salti degli altri giocatori.

Una volta arrivati alla “cima” della campana bisogna girarsi e ritornare indietro saltando, nelle caselle doppie, contemporaneamente a gambe divaricate. Il giocatore può anche decidere, ma è più difficoltoso, tornare indietro a occhi chiusi. Vince chi ha compiuto il percorso senza fare errori.



Di questo gioco esistono varianti non solo tra paesi, ma anche all'interno dello stesso paese o della stessa città. Se ne contano più di 40.

Il gioco della campana ha origini antichissime che risalgono all’Antica Roma, ove prendeva il nome di gioco del clàudus, cioè dello zoppo, in riferimento alla regola di saltellare da una casella all’altra su un solo piede. Infatti, uno dei disegni più remoti di questo gioco si trova sulla pavimentazione del Foro Romano a Roma. La sua diffusione può far riferimento al fatto che l’Impero Romano costruì delle strade pavimentate per collegare i paesi asiatici con quelli europei. Furono proprio queste vie dalla superficie molto liscia a ispirare il disegno della campana. Si racconta anche che furono gli stessi soldati romani a far conoscere il gioco ai bambini dei paesi che si trovavano sotto il dominio dell’Impero.





Il gioco è conosciuto anche come "mondo", "settimana", "scala" o "pampino". Numerose sono le varianti di questo gioco. Nei paesi anglo-sassoni si chiama Hopscotch, in Francia Marelles, in Germania Tempelhupfen, in India Ekaria Dukaria. E’ conosciuto anche in Birmania (Myanmar) dove i bambini giocano una variante che prevede di saltare con le mani messe sulle anche.

Il suo disegno dovrebbe riprodurre in maniera più o meno veritiera un'antica credenza astrologica, rappresentando l'anima (personificata dal sasso) che allegoricamente arriva fino al paradiso attraversando degli stadi intermedi (le caselle numerate).


(Notizie tratte da vari siti Internet)

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