Assergi: Monumento ai Caduti - (lab. memorie: i luoghi)
di Ivana Fiordigigli
Si ripubblica lo scritto sul Monumento ai Caduti di Assergi, dopo la cerimonia di benedizione del 4 giugno "in ricordo" da parte del Parroco Don Manuel e la Corona offerta dal Comitato Feste 2022. Il 5 giugno la Banda di Paganica presente per la festa di San Franco ha eseguito gli inni "Il Piave" e "Fratelli d'Italia" in onore dei Caduti in guerra di Assergi.
L’animatore e promotore della iniziativa per l’erezione in Assergi di un nuovo Il monumento ai Caduti, dopo la triste esperienza della seconda guerra mondiale, fu dell’allora capogruppo alpini di Assergi Peppe Faccia, detto “Pepparegliu”; così nel 1974 si formò un Comitato, da lui presieduto e composto da alpini e cittadini volontari che iniziarono a collaborare a vari livelli e nel 1975 riuscirono a realizzare l’opera.
Il Comitato promotore risultò cosi formato: Giovanni De Leonardis, Antonio Giusti, Angelo Faccia (Cavezella), Angelo Faccia (Pallottone), Domenico Alloggia, Bruno Ludovici, i fratelli Giacobbe ed Antonio Massimi, Franco Nardoni, Giggetto Faccia, Antonio Massimi (attuale capogruppo degli alpini). Tali nomi sono incisi su una targhetta posta dietro il monumento.
Si trattò di un gruppo composito, fra cui anche rappresentanti della Amministrazione Separata Beni e Usi Civici di allora e rappresentanti di partiti, i quali sostennero l’iniziativa cercando di reperire i fondi necessari, imprenditori della zona. Furono coinvolti e parteciparono con le loro offerte i cittadini di Assergi.
Per realizzare l’idea di avere nella piazza un enorme masso roccioso, individuato come adatto a fare da base per il monumento, ci si rivolse alla COGEFAR, all’Ing. Antica responsabile dei lavori per la realizzazione del traforo, per risolvere il problema del trasporto dello stesso. Con due grosse ruspe e con molta difficoltà fu trasportato e posizionato.
Racconta Demetrio Gianfrancesco nel suo libro Assergi e San Franco a pag. 141:
“Per l’ultima grande guerra, anche Assergi dovette piangere alcuni suoi figli partiti e non tornati. Allo scopo di unire in un solo ricordo tutti i Caduti, nel 1974si formò un Comitato per l’erezione di un nuovo monumento, che fu inaugurato il 27 luglio 1975 con l’intervento di autorità militari e civili, di soldati e di popolo e con la messa celebrata dal parroco dinanzi al monumento stesso. Il quale è costituito da una statua bronzea di soldato, poggiata su un grosso macigno, prelevato dalle falde della montagna e trasportato non senza difficoltà nel luogo prescelto, vicino a quello precedente, che oggi incornicia una croce di ferro, che sorgeva su apposita base. Il monogramma di Cristo è accanto alla nuova iscrizione:
ASSERGI RICORDA ED ONORA I SUOI FIGLI CADUTI E DISPERSI.
Su due lapidi ai piedi del monumento sono riportati i nomi dei Caduti delle due guerre.
Così Assergi ha nel 1975 il suo nuovo monumento ai Caduti e per unire in un solo ricordo i Caduti delle due guerre, quello inaugurato nel 1922 subisce un radicale cambiamento e perde la sua originaria funzione; la lapide commemorativa viene tolta, i nomi dei Caduti vengono riportati in una nuova lapide posta a sinistra ai piedi del nuovo monumento, mentre a destra c’è la lapide con i nomi dei Caduti nella seconda guerra mondiale.
E’ un’altra epoca ed un’altra maniera di vivere e pensare, si abolisce la retorica della prima iscrizione commemorativa, al suo posto si inserisce la bella croce in ferro lavorato che prima era posta a destra del monumento su una bella base in pietra squadrata e dominava la piazza. A cinquanta anni circa dalla sua inaugurazione il primo monumento resta vuoto e diventa un puro ornamento della piazza.
La scelta architettonica, ideologica e sostanziale del nuovo monumento voluto nel 1975 da Assergi e dagli alpini è radicalmente diversa da quella precedente.
Al centro del nuovo monumento c’è la figura del fante, il protagonista della guerra, Questa scelta ha inteso rappresentare direttamente il soldato che ha vissuto la guerra, la ha sofferta sulla propria pelle, ha partecipato a tutte le sue atrocità, ha rischiato e perso la vita per vincerla.
Esaminando vari monumenti in Italia,il fante viene rappresentato in quattro modalità molto diverse:
- il fante ritratto come sentinella che veglia sui confini della Patria;
- il fante assalitore (con il fucile o all’arma bianca, con la bomba a mano);
- il fante ferito ma indomito;
- il fante morente.
In Assergi il soldato è rappresentato sulla base rocciosa in posizione plastica e dinamica, sale ed è energicamente proteso in avanti, con il braccio alzato ed il fucile, è un soldato che va all’attacco e assalta il nemico per arrivare alla vittoria; il tutto suggerisce una convinta partecipazione alla guerra.
E’ un soldato in uniforme, equipaggiato con l’elmetto e con il fucile.
La guerra è stata di fatto combattuta – in trincea – dai fanti, i quali sono quindi anche i protagonisti assoluti – quantitativamente ed emotivamente – delle sculture dei monumenti ai Caduti.
Nel libro pubblicato nel 1989 I monumenti ai Caduti in provincia dell’Aquila il monumento di Assergi viene riportato in foto a pag. 143, dopo una breve presentazione di questa frazione del comune di L’Aquila che parla della Funivia che permette di raggiungere Campo Imperatore, di Mussolini portato a Campo Imperatore come prigioniero, delle mura medioevali, della chiesa di S. Maria Assunta
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