Giochi di una volta ad Assergi: U PICCARE o TROTTOLA (lab. memorie)




Foto di Ivana Fiordigigli



Franco Dino Lalli 

Da noi ragazzi di Assergi chiamato Piccare, era un gioco usato soprattutto come

 passatempo.

Era un oggetto di legno a forma di cono rovesciato e con un chiodo fissato all’estremità. Da questo si avvolgeva uno spago nella scanalatura praticata sull’oggetto fino alla parte superiore mentre si teneva tra le dita. Si dava un colpo energico e si lanciava per terra trattenendo lo spago e così la trottola compiva un moto vorticoso.

Facevamo vere e proprie competizioni a chi riusciva a farla girare più a lungo e anche nel riuscire a prenderla e a farla ancora roteare nel palmo della mano. Capitava anche che si provava a far scontrare due trottole tra di loro per saggiare la resistenza tra di esse.

L’oggetto era ambito perché non tutti se lo potevano permettere poiché bisognava comprarlo o farlo costruire da un artigiano disponibile e perciò ci accontentavamo di quelle più piccole, in seguito di plastica, che si potevano far roteare semplicemente con uno scatto delle dita all’impugnatura.

La trottola fu sostituita poi da quella di ferro che aveva un ingranaggio all’interno che le permetteva di roteare semplicemente con la pressione esercitata sullo stantuffo posto all’estremità superiore.



Disegno schematico dal libro di Angelo Acitelli Scura Mea

Ivana Fiordigigli

Proviamo a vedere direttamente in azione u Piccare nei vivaci versi dialettali dell'assergese Angelo Acitelli. Sembra una riscoperta la trottola vista con gli occhi incantati di un bambino, che se la porta dietro anche a scuola, sperando di poter fare almeno un lancio.






Da Wikipedia e da altri siti internet apprendiamo sulla trottola una serie di curiosità.

Essa è diversamente denominata nelle varie zone d’Italia: inn dialetto lombardo si chiama "Pirla", in campano "Strummulo", in siciliano "Tuppeddu",in sardo "Bardufula", in pugliese "Currucula", con termine letterario è detta “Prillo".In Assergi, come sopra evidenziato, si chiama “U Pìccare.

La trottola risale a più di seimila anni fa, alcune trottole sono state ritrovate in Mesopotamia.

Già gli Egizi conoscevano questo strumento di gioco, e in particolare una trottola in legno, fu ritrovata in una tomba presso il sito di Kemada, a Menfi. Tale ritrovamento è databile all'Antico Regno (2600-2200 a.C.).

Del gioco della trottola, chiamata dai greci Paleo, si trova notizia nell'Iliade come similitudine per descrivere il roteare di una pietra lanciata da Aiace.

I Romani la chiamavano "turbo" e il gioco all'epoca era particolare: pare che si disegnasse per terra un grande cerchio diviso in dieci settori numerati, ad ognuno dei quali corrispondeva un punteggio. Lo scopo del gioco consisteva nel far roteare la trottola nel centro, raggiungendo così il massimo punteggio.

In Giochi di strada della tradizione popolare di Ennio Bonizzardi, Compagnia delle Pive Q 4, Salò (1998) si cita il VII canto dell'Eneide (vv. 378 e segg.):

Come sotto l’obliqua frustata vola una trottola, /

che i bambini in gran giro, attorno al vuoto cortile, /

intenti al gioco affaticano; quella, guidata dal laccio

corre in tondo, china sopra stupisce l’ignara /

schiera infantile, guardando il bosso volubile (volubile buxum).




Numerose sono le citazioni di questo gioco nella letteratura.

Nella storia dell'arte, primo fra tutti intorno al 1560 a raccontare in immagini il gioco della trottola è stato Pieter Bruegel il Vecchio che lo raffigura sia ne "I Giochi dei Giovani" sia ne "La Battaglia fra Carnevale e Quaresima", entrambi conservati a Vienna, al Kunsthistorisches Museum. (da: TANA LIBERA PER TUTTI! GIOCHI DI STRADA DELLA TRADIZIONE POPOLARE di Ennio Bonizzardi, Compagnia delle Pive Q 4, Salò (1998) introduzione di FABRIZIO GALVAGNI)

(Di questo pittore olandese poco si conosce della sua vita; visse fra il 1525/30 e il 1569, data della sua morte apposta sulla sua tomba. La sua nascita si può collocare a Breda o nei dintorni, si formò a Bruxelles, mosse i suoi primi passi di artista ad Anversa; nel 1551 fece un viaggio in Italia ed i suoi quadri ne sono testimonianza, ma operò soprattutto nei Paesi Bassi)

Quadro di Pieter Bruegel il Vecchio 



Quadro di Pieter Bruegel il Vecchio 

E’ un gioco che troviamo Praticato in tutto il mondo: in Inghilterra, fra gli indiani del Nord e del Sud America, fra gli Inuit, una popolazione del Nord del mondo, in Giappone dove gli artigiani sanno creare trottole "partorienti", ovvero che ne liberano altre più piccole durante il loro giro; nel Borneo e nella Nuova a Guinea dopo la semina i contadini fanno girare le trottole per stimolare la crescita dei germogli.

Altra rappresentazione artistica della trottola:

dal sito http://giocopopolare.altervista.org/la-trottola.html   nel Castello Estense di Ferrara - Sebastiano Filippi (Bastianino), "Il gioco della trottola" Saletta dei Giochi - XVI sec




Piccolo vocabolario della Trottola



“La ‘nzavàjja” assergese, cioè la corda: Attorno alla forma di legno de “u Piccare”, a struttura conica e con una punta in acciaio, veniva avvolta una corda,a partire dal vertice, intorno alla sua superficie che permetteva, nell’atto del lancio, di farlo ruotare. Vinceva chi lo faceva girare più o lungo. L’abilità del giocatore consisteva nel far aderire perfettamente questa corda in modo che, lanciandola, e facendo presa sull’estremità che si teneva in mano, si potesse imprimere una forza tale da fargli acquistare accelerazione.

Trottola addormentata: una trottola in cui l'asse rimane inizialmente sulla verticale e la trottola gira velocissima e sembra, come addormentata, non muoversi

Trottola sveglia quando questo moto comincia a perdersi e si muove.

Trottola veloce: è quella lanciata con grande velocità angolare la cui energia cinetica rotazionale è molto superiore a quella potenziale gravitazionale.

Pagine da visitare

"Come si giocava una volta con questa trottola tradizionale a San Lorenzo Maggiore, un paese della provincia di Benevento" www.sanlorenzomaggiore.net/entry/135/R_Strummele



Guida per realizzare una trottola in legno


Dal sito faidatemania.pianetadonna.it 
apprendiamo è possibile crearne una con le proprie mani cosi da personalizzarla e renderla unica agli occhi di tutti.
Chiaramente la trottola in legno richiede un’attenta selezione delle essenze impiegate per la sua costruzione. I legni devono essere ben stagionati per evitare la creazione di crepe che comprometterebbero l’equilibrio necessario a far sì che il giocattolo ruoti sul proprio asse.

 Occorrente

  • Legno

  • Scalpello

  • Levigatrice

  • Martello

  • Vernici

Per realizzare una trottola in legno è importante avere delle basi di falegnameria, perché oltre ad aver bisogno di diversi materiali e attrezzi specifici, la tecnica è importante per ottenere un buon risultato.

- Decidere quindi di quale dimensione sarà la trottola, questo renderà più semplice la scelta del legno e del blocco da utilizzare. Prendete un blocco sempre più grosso, in caso di errore potrete rimediare e rimpicciolire il progetto.

- Con una matita fare un segno nella parte superiore del blocco di legno trovando il centro perfetto. Fate la stessa identica cosa nella parte inferiore. Questa fase è fondamentale perché un errore di calcolo potrebbe compromettere l'intera realizzazione della trottola in legno.

- Ora che le parti centrali del blocco di legno sono state individuate si può procedere con il taglio. Indossate sempre dei guanti per proteggere le mani quando lavorate con il legno.

- Con uno scalpello da taglio incidete la parte superiore del blocco, creando un cerchio dopo di che colpite più forte con un martello fino a trasformare il blocco di legno in un cilindro perfetto.

- Con l'ausilio di una levigatrice iniziate a lavorare l'intera superficie iniziando a segnare la forma desiderata. Utilizzate questa macchina solo se siete capaci, altrimenti lavorate a mano con della carta vetro molto grossa.

- Cercate di creare dei bordi morbidi e lisci, cosi che la trottola possa scorrere senza intoppi e molto velocemente.


Ultima curiosità

Non manca il "Monumento alla trottola".  Si trova a a Montedoro (Sicilia, provincia di Caltanisetta). Foto da Pinterest:




Commenti

  1. A proposito de' ju piccare, vorrei riportare un minimo aneddoto che il buon Pietro mi ha raccontato. Quando loro ragazzi andavano da mio nonno a farsi fare u piccare , lui gli diceva: "Quatrà nen?tenghe temp' da perde, tenga da fa tante lavore" Poi conciliante, proseguiva " ma u te u chiove?" alla risposta affermativa, sceglieva un pezzo di legno, lo metteva al tornio e, gli regalava e si regalava un respiro di fanciullezza. Io ricordo che quand'ero bambino lui smantellò un complesso meccanismo, che ingombrava la sua bottega di falegname. Esso era composto con molte ruote lisce e dentate, mole rotonde e cinghie, che probabilmente costituivano un sistema di mole per levigare e altri utensili, compreso il tornio. Una mola a forma di ruota io , molti anni dopo l'ho riutilizzata per creare un rosone su un pavimento in pietra. La cosa su cui ancora mi interrogo è quale energia movesse tutto il meccanismo?

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