Una foto e la Storia

 di Ivana Fiordigigli




Cercando l’articolo sul Carnevale inviato da Eugenia Vitocco ad Assergi Racconta “Il Carnevale in Assergi nel subito dopoguerra”, mi ha colpito la fotocomposizione inserita (quella riportata sopra). In essa almeno quattro delle antiche foto messe insieme riguardano gli anni trenta ma non è ben chiaro il collegamento con la tematica, cioè con il Carnevale; non è chiaro soprattutto per la prima foto posta in alto a sinistra, che va accuratamente analizzata. Anche la scritta, “Piazza del Convento 1932”, zona in genere indicata come “I Frati”, non credo sia esatta per quanto riguarda la datazione dell’anno 1932. 




La foto in alto a sinistra nella composizione viene qui sopra riportata singolarmente in tutto il suo valore di testimonianza;  è una foto seria ed è un quadro vero e proprio di un’epoca storica, dei suoi costumi, della sua ideologia, degli accadimenti del tempo.
In questo caso è la testimonianza di un avvenimento storico, soprattutto per quel che riguarda Assergi e tutto il territorio del Gran Sasso. Il Podestà che sta per arrivare e per cui è stata preparata l'accoglienza, è Adelchi Serena, intervenuto per l’inaugurazione della Funivia del Gran Sasso, la grande opera di valorizzazione del territorio della montagna che lui stesso aveva proposto e sostenuto e che era stata realizzata tra il 1931 e il 1933. Siamo nel settembre dell’anno 1934 e l’evento è importante: l’apertura all’esercizio della Funivia del Gran Sasso, che inaugura una nuova era per lo sviluppo, per la conoscenza turistica del Gran Sasso e dell’Abruzzo, per gli sport invernali.









Partecipa in prima linea la scuola elementare di Assergi dell’epoca, rappresentata dalla maestra e dalle alunne schierate in parata e tutte belle in ordine, con le loro divise di “Piccole italiane” o “Figlie della lupa”, con la mano alzata e pronte a salutare qualcuno. 
A sinistra, nell’angolo, si intravvede il gruppo di Balilla, anche essi con la caratteristica divisa.  
Sull'alto della scena una serie di spettatori, tra macchine e autobus d'epoca in sosta.
Più dietro sullo sfondo la Fontana a ji Frati e qualche donna che sta cogliendo l'acqua.
Si sta aspettando qualcuno ed è tutto pronto. 
Prescelta dalla Maestra Sara, la bambina di prima elementare davanti a tutte e che tiene in mano i fiori da offrire è la piccola Domenica Ludovici, dai capelli biondi e talmente ricci da diventare veri e propri "boccoli".
Divenuta molto anziana, ormai già in pensione dopo aver operato come maestra di scuola elementare all'inizio a L'Aquila, poi per lunghi anni a Napoli, qualche anno fa ricordava ancora l'emozione di quel momento, le parole che doveva pronunciare: “Questi sono i fiori delle nostre montagne ...”, e il Podestà dell’Aquila che,
 accettati i fiori, l’aveva presa in braccio, ringraziandola.
A rivedere questa antica foto si è commossa.



Si può aggiungere una piccola nota informativa sulla scuola degli anni trenta, scuola che rappresentò un valido strumento per coinvolgere i giovani nell'ideologia fascista.
A tal proposito, nel 1930, fu introdotto nelle scuola un testo unico che aveva uguale contenuto in tutte le scuole d'Italia; in quegli anni furono anche inserite nuove materie d'insegnamento come la cultura militare; inoltre venne data sempre più importanza all'educazione fisica.
Tutto era finalizzato ad educare i giovani così come li voleva il regime: forti fisicamente, disciplinati e pronti alla guerra. Nel 1926 venne istituita per i ragazzi l'Opera Nazionale Balilla che aveva carattere parascolastico e paramilitare: con essa si intendeva "dare l'assistenza e l'educazione fisica e morale, ai giovani dagli 8 ai 18 anni. Impartire l'educazione religiosa, spirituale e culturale, lo sport, l'educazione militare e professionale." 
L'O.N.B. fu divisa per età e sesso: i ragazzi furono ripartiti nel Figli della Lupa (6-8 anni), Balilla (9-10 anni), Balilla moschettiere (11-13 anni) e Avanguardisti (14-18 anni); le ragazze furono ripartite nelle Figlie della Lupa (6-8 anni), Piccole italiane (9-13 anni) e Giovani italiane (14-17 anni).





E' doveroso aggiungere una riflessione su tutto i compensorio turistico e sciistico di Campo Imperatore, a partire dalla Base della Funivia, che oggi appare in pieno degrado e in una totale incertezza del suo futuro, con le diatribe oscillanti tra mire politiche, progetti grandiosi, mai calati  e centrati sullo sviluppo del territorio e delle frazioni montane esistenti, e speculazione economica. Qualcuno ha costruito, ma chi dovrebbe mantenere questo patrimonio? Qui subentrano i nostri rappresentanti, sia locali sia a livello più ampio, ei risultati sono evidenti a tutti. Questo territorio dovrebbe essere tenuto come un vero e proprio gioiello da mostrare a tutti, con tanti e tali servizi da invogliare i turisti a raggiungere ed ammirare le nostre montagne, in inverno per godersi le piste innevate, nei periodi caldi per godere la stupenda vista delle alte montagne, respirare aria buona, fare escursioni sui vari sentieri tracciati, da quelli più facili a quelli più tecnicamente difficoltosi, destinati agli alpinisti esperti. Invece sempre più spesso mostra i segni dell'abbandono e della trascuratezza.

https://youtu.be/yUVc9fc_AqE












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