Leonardo Sciascia, a cento anni dalla nascita - 8 gennaio 2021

 

"Il cavaliere, la morte e il diavolo", incisione di Albrecht Durer nella copertrina di Il cavaliere e la morte di Leonardo Sciascia


Domani 8 gennaio 2021 siamo giusto a cento anni dalla nascita di Leonardo Sciascia, scrittore che anche oggi viene sentito come una delle personalità più incisive e significative a livello culturale del Novecento italiano. Sino al 20 novembre 1989, data della sua morte, attraversa questo secolo come una delle “coscienze critiche” più importanti della storia letteraria. 
Riflessioni sulla giustizia, i diritti, la vita, la morte, la politica, attraverso la chiave del mistero e della immaginazione tracciano le pagine delle opere di questo scrittore, saggista, politico, giornalista; riescono ad essere ancora attuali e sentite a trentadue anni dalla sua morte. Il forte interesse per la realtà politica e sociale fa della sua attività letteraria uno strumento di denuncia dei mali più gravi della Sicilia e dell’Italia.
Qualche cenno biografico:
Studia a Caltanissetta, all’Istituto Magistrale dove ottiene nel 1941 il diploma di maestro elementare.
Il suo primo lavoro è come impiegato all’Ammasso del grano a Racalmuto.
Si sposa e nel 1949 inizia ad insegnare nella scuola elementare del suo paese.
Si dedica all’attività letteraria ed inizia a collaborare con l’editore di Caltanisetta Salvatore Sciascia e con la rivista “Galleria”.
Nel 1957-58 Leonardo Sciascia si trasferisce a Roma, distaccato presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Quando rientra in Sicilia abbandona l’insegnamento e si trasferisce a Caltanissetta dove lavora per il patronato scolastico.
Nel 1967 si trasferisce a Palermo, dove vive per il resto della sua vita. 
Nel 1970 lascia l’impiego statale per dedicarsi all’attività culturale con interventi ed opere critiche.
I suoi libri, che si pongono tra il racconto e l’inchiesta e nei quali l’impegno narrativo si unisce a quello politico e civile, suscitano grandi polemiche e Sciascia si afferma come intellettuale inquieto e controcorrente. Questa modalità narrativa si può collocare nel filone del “Realismo critico” ed i suoi romanzi e racconti sono ambientati nella realtà siciliana dominata dalla presenza opprimente della mafia e dei suoi poteri occulti che cercano di far tacere la ragione e la verità.

Le sue opere più conosciute: Il giorno della civetta; A ciascuno il suo; La scomparsa di Maiorana; Il cavaliere e la morte
.
Tra i primi racconti e poesie: Il consiglio d’Egitto; Gli zii di Sicilia; Le parrocchie di Regalpetra.

Romanzi della maturità: Atti relativi alla morte di Raymond Roussel; Il mare colore del vino; Il contesto; Una parodia; L’affaire Moro; I pugnalatori.

Tra le sue ultime opere: La strega e il capitano; Una storia semplice; Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia; Occhio di capra; Porte aperte.

Alcune frasi di Sciascia sul concetto di verità:

“Si è così profondi, ormai, che non si vede più niente. A forza di andare in profondità, si è sprofondati. Soltanto l'intelligenza che è anche leggerezza, che sa essere leggera, può sperare di risalire alla superficialità, alla banalità.” 

 “Io credo che le sole cose sicure in questo mondo siano le coincidenze.” 

“Anche le cose vere gridate dagli altoparlanti cominciano a suonare come menzogne.”

“Non che la verità non sia bella: ma a volte fa tanto di quel danno che il tacerla non è colpa ma merito" 

“La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità.” 

“Tutti i nodi vengono al pettine.- Quando c'è il pettine.” 

“La menzogna è più forte della verità. Più forte della vita. Sta alle radici dell’ essere, frondeggia al di là della vita.” 



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