La Befana e la Fiera dell’epifania all’Aquila




 Su segnalazione di Mimina Faccia riportiamo l'articolo di Luisa Di Fabio, pubblicato da "CulturAquila" sito web di cultura e attualità. 

La Befana e la Fiera dell’epifania all’Aquila, antichi riti e leggende si fondono e confondono con il cristianesimo.


Sarebbe stata la 73esima edizione, mai fermatasi fino ad ora, una manifestazione che richiama all’Aquila commercianti da tutta Italia e la riporta al centro di vie che riecheggiano antiche rotte commerciali e splendori di secoli passati.

Si tratta della Fiera dell’epifania che avrebbe avuto luogo oggi, 5 gennaio 2021, ma che è stata annullata a causa dell’emergenza covid-19 come neppure nel 2010, dopo il terremoto, era accaduto.


Dagli anni ’40, la Fiera dell’epifania è l’evento che, dopo la Perdonanza, fa affluire più persone lungo le vie del centro storico e sebbene non sia l’unica della penisola, è una delle più famose del centro-sud, dopo quella di Napoli sempre dedicata alle festività della Befana.


L’Aquila, inoltre, è stata la prima città italiana ad istituire una fiera dedicata alla Befana non il 6 gennaio, bensì il 5, anticipando di misura altre manifestazioni fieristiche.


La tradizione delle fiere nella nostra cittàPremessa all'articolo di Ivana Fiordigigli si fa risalire al medioevo quando se ne tenevano circa sei o sette durante tutto l’anno e dedicate allo scambio della lana, delle spezie, degli animali. Quella che celebriamo oggi riprende invece le fiere volute dal Fascismo nell’intera penisola italiana e ci dà lo spunto, come spesso ci piace fare, per unire la storia del nostro territorio alla più grande storia del mondo. 


Dalla Persia alla Normandia, dalla Russia all’Africa del Nord, le leggende legate a questo evento, infatti, si perdono nella notte dei tempi, si fondono e confondono con rituali propiziatori precristiani, pagani, poi Romani, tanto che lo stesso termine che nei millenni si è trasformato in “Befana” deriva dal greco “epifáneia”, ovvero “apparizione” o “manifestazione”. La Befana si festeggia, quindi, nel giorno dell’Epifania, in quel momento successivo al solstizio di inverno, quando la luce vince sulle tenebre, per augurare un nuovo anno propizio di buoni raccolti. Nelle dodici notti successive al solstizio invernale, in un periodo dedicato alle celebrazioni per la rinascita della natura, si credeva che misteriose figure femminili volassero sui campi per propiziare i futuri raccolti, guidate dalla dea Diana, immagine che ben si addice all’asprezza del territorio aquilano. Il mito della "donna volante" sul manico di scopa sarebbe nato da qui. 


La figura della vecchia vestita di stracci rappresenterebbe il concetto di anno vecchio, vissuto, consumato, o per altri della povera e poco generosa natura invernale.


La tradizione della calza da riempire proverrebbe dalla forma che assumono i sacchi logori pieni di doni che la Befana trasporta: deformati dal peso, somigliano a calzettoni pieni, appesi.


Le Fiere dell’epifania, come anche quella dell’Aquila, sono strettamente legate alla tradizione di portare doni ai bambini, fatto che affonda le sue radici ben 2000 anni fa, quando la nascita di Gesù fu salutata dai Magi associati alla Befana tramite il racconto biblico di un incontro tra questi sacerdoti e una anziana donna, e del vano tentativo dei primi di convincerla ad andare con loro dal Bambino Gesù. Dopo aver rifiutato, l'anziana si sarebbe pentita, e da allora vagherebbe di casa in casa a consegnare doni agli altri bambini, sperando così di espiare la sua rinuncia.

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