Vaccino anti-covid e vaccino antinfluenzale
Queste sono le sere in cui in TV esperti, medici ed opinionisti vengono coinvolti a parlare sul vaccino anti-covid, soprattutto da quando nel Regno Unito si è visto fare i primi vaccini; abbiamo ascoltato il primo italiano che, in quanto fisioterapista in servizio in Inghilterra, ha ricevuto la prima dose e sta aspettando la seconda.
Tutti ci poniamo una serie di interrogativi sul quando e sul come arriverà in Italia e sul piano di distribuzione che si spera sia ben articolato e in grado di garantire sia conservazione ed efficacia del vaccino sia l’accesso ordinato e imparziale a tutti i cittadini, dapprima alle categorie a rischio ed ai più anziani e poi a tutta la popolazione.
Quello che preoccupa è leggere notizie come quella di oggi sul quotidiano!
All’Aquila si sta ancora aspettando ulteriori dosi del vaccino antinfluenzale “che consentiranno di coprire il fabbisogno per i cittadini che hanno più di 65 anni di età o soffrono di patologie che li espongono a rischi maggiori di gravi conseguenze in caso di contagio”
Non solo si è partiti in ritardo rispetto alla data del 1° ottobre, ma con le nuove dosi in arrivo (in pieno dicembre) non è nemmeno sicuro che si arrivi a completare la vaccinazione per le fasce più deboli.
E’ anche possibile una proroga per usufruire del vaccino antinfluenzale sino all’inizio di gennaio, ma c’è un rischio: quello di andare ad interferire con il vaccino anti-covid, che potrà essere somministrato solo se saranno trascorse almeno due settimane dal primo, come da indicazioni inglesi.
Bisogna solo sperare che la distribuzione del vaccino anti-covid sia più chiara, organica, veloce ed efficace di quella del vaccino antinfluenzale.
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