Il Gruppo-presepe al lavoro
La cappella in fondo alla navata destra della chiesa, ha influito con due elementi: l’ampiezza dello spazio, la presenza dell’altare in pietra scolpita e intagliata, datato 1593, recante all’interno uno stupenda tela della Natività, recante la firma di Josephus Donati delle Campane, restaurata di recente e dai vividi colori sia dei personaggi principali, sia del pastore con l’agnello sotto il braccio, del suonatore di zampogna ed altri. La decisione è stata di lasciare il dipinto in evidenza, valorizzandolo, e far ruotare intorno gli elementi del presepe Ottocentenario, quasi abbracciandolo e inglobandolo nella nostra scena.
Volendo rappresentare i luoghi di San Franco, in Assergi, attraverso tre pannelli e sei scene quale sfondo, è iniziato il lavoro con tutta un’opera di falegnameria per il riciclo e la lavorazione di laterali di un vecchio armadio e il ritaglio nel compensato della cornice per i poster.
Il posizionamento dei pannelli nella cappella ci ha suggerito la dislocazione degli stessi negli spazi e su piani sfalsati, al fine di creare una movimentazione e dare profondità prospettica.
Occorreva a questo punto individuare il posto per la tradizionale capanna del presepe, a misura, tra l’altro, dei personaggi alti e grossi disponibili in parrocchia e dono di qualche anno fa di della Sig.ra Marta Scarcia.
Ci è venuta in soccorso una semplice e nuda struttura in pali e tavole in legno messa a disposizione; qui è scattato tutto un lavorio per il rinforzo della stessa e per la ricomposizione di tetto e pareti con materiali poveri e grezzi recuperati da legnaie, cantine e pagliai.
Le mani magiche di Franca hanno fatto da cabina di regia alla dislocazione, sorprendentemente ordinata, quale effetto finale, di vari materiali grezzi raccolti in zona quali foglie secche, paglia, ghiande, ramoscelli di quercia, fascine, sacchi di iuta logori e consunti, sassi, pezzetti di vecchie stuccature buttate in un cassone dei rifiuti da operai di una ditta di ricostruzione post-terremoto.
Ogni cosa ha trovato posto, incorniciando sia la capanna, sia la linea delle case e delle torri lungo le mura di Assergi, dalla chiesa S. Maria Assunta sino a “’Na Porta” e alla sua torre dell’Orologio. Questo suggestivo paesaggio di Assergi è un’opera di ricostruzione e di composizione paziente e appassionata fatta qualche anno fa ,e messa a disposizione del Presepe Ottocentenario, dall’artista di origine assergese Antonio del Sole.
Un altro assergese di origine, Angelo Acitelli, impossibilitato a venire da Roma anche a causa delle restrizioni Covid, ha collaborato a distanza. E’ un rammarico non aver potuto avere le sue opere di scultura e intaglio del legno più recenti, ma la statua di San Franco, da lui scolpita nel legno massiccio e in dotazione della chiesa, ci ha suggerito un prolungamento del presepe da quel lato; è quasi un incamminarsi di San Franco, fra rocce e bosco, verso la capanna del Bambino, seguendo la scia dei tre Re Magi.
Ha fatto da collante tra i pannelli, unendoli e delineando rocce e montagne, un rustico lenzuolo di canapa per gli usi di campagna, tessuto con il telaio usato dalle nostre nonne.
Sul lato sinistro dell’arco della cappella, quasi a rafforzare l’effetto ottico rustico e il richiamo al passato, ha trovato posto un presepe lavorato tra un traforo di radici e di ripiani, opera recente dell’artista Franca Petricca.
A sinistra della capanna un altro ciocco ricavato da una radice e pieno di nodi e spuntoni sorregge, quali doni per il Bambino, le poche e povere cose che l’Eremita Franco porta con sé quando esce dal convento e si immerge nei boschi: oltre alle solite vesti: nove pani, un pugno di sale, una catinella, una fiaschetta, il suo Breviario.
Hanno cooperato per il presepe alcuni componenti della associazione (Dino, Maria G., Bruno, Anna, Ivana , Pietro) e volontari esterni (Franca Petricca, Dina Mosca, Antonio Del Sole, Elio De Leonardis, Angelo Acitelli, Paolo Acitelli).
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