Appunti per una storia dell'Edicola all'"Acqua di San Franco" ( N° 9)


di Ivana Fiordigigli

Al di là dell'indagine numerica e statistica, che si è riportata, e che già dice tante cose circa il culto oggi tributato a san Franco, è una emozione percorrere gli appunti lasciati al Santo. Ad essi mi sono avvicinata con titubanza e rispetto, cosciente di entrare nell'intimità delle persone e in una testimonianza preziosa di rapporto con il sacro e con la natura. Provare a fare un minimo di analisi qualitativa, cogliendo tematiche emergenti, descrizioni ed osservazioni che spesso si rincorrono, toponimi, connotazioni aggettivali o semantiche, stati d'animo, riflessioni, preghiere, sensazioni, richieste, forse può essere significativo ed offrire spunti di interpretazione e una rilettura della figura dell'eremita, sentito così vivo e attuale a distanza di circa ottocento anni.
 «In silenzio vivi nel tempo» dice qualcuno. 
 Se san Franco è «uomo della montagna», la giornata per arrivare alla fonte miracolosamente sgorgata dalla roccia può essere «calda» o «fredda», sicuramente per molti «faticosa», in ogni caso «stupenda e indimenticabile». Vari gli eventi atmosferici: «gran vento», «nuvole», «molto sole», «neve farinosa», «molto caldo». 
 Il «paesaggio», quando si arriva in «questo luogo», si apre come uno «splendito panorama»: «alte vette», «rupi alpestri», «monti e montagne», «scrosciare dell'acqua freschissima e rinfrescante», e lì «un edificio», «una suggestiva chiesetta», quasi «un rifugio di montagna». Le aggettivazioni si rincorrono a delineare e connotare questo posto: «bello», «bellissimo», «splendido», «meraviglioso», «accogliente», «fantastico», «mozzafiato»; è un «immenso paradiso», un «piccolo gioiello della natura». 
 Altrettanto si rincorrono le definizioni descrittive dei luoghi: «spettacolo del silenzio», «spettacolo indescrivibile», «un'altra angolazione», «meraviglia», «un'atmosfera speciale», «tanta bellezza»,, invito al «raccoglimento», «silenzio», «commozione», «pace», «serenità», «benessere», «tranquillità», «suggestione», «emozione», «grande ricompensa», «magia», 
 Trovare questo luogo è «difficile», arrivare è un «risultato», è un «dono», è una «concessione», è «faticoso raggiungerlo», si versa «sudore», per cui si tinge di autorironia l'annotazione: «Un po' più vicino non ti ci potevi mettere!». Andare all'Acqua di San Franco è un «rito che si rinnova, è un luogo in cui si tende a tornare; il tema del ritorno è continuamente insistito, o perchè si è tornati e si è felici o perchè si spera di tornare o si promette di tornare al più presto: «Anche questo anno sono riuscito a venire da te.» «Spero di essere qui l'anno prossimo.» «Non potevo andar via senza venire a trovarti.» 
  Quello che sorprende è che con il Santo c'è un colloquio come con un amico, che si torna a trovare: «Ciao Santo», «Ci vediamo l'anno prossimo», «E' un'emozione tornare». Due frasi sono particolari, anche se opposte nel significato e nelle sensazioni che generano, perché danno subito l'idea del fascino del luogo santo, fascino che è dentro di noi, nella nostra parte più intima, nella immedesimazione nella natura: «Ogni volta che ti vengo a trovare è come fosse la prima volta»; «La sensazione è quella di essere stato qui un miliardo di volte». Colloquio si è detto prima, infatti l'agenda diventa un mezzo per esprimere i pensieri più semplici e parlare direttamente con il Santo, così come si parla con un amico: «Torno. Grazie. Ti voglio bene.» «Ciao san Franco.» «Ciao Santo, non è mai una fatica venire da te, perché ti amo ogni volta di più. Ci vediamo l'anno prossimo.» 
 Non manca il riferimento a temi di attualità. In particolare il terremoto 2009, che ha distrutto L'Aquila, è al centro di preghiere, ringraziamenti, rammarico e dolore per quanto accaduto; se ne citano alcune: «Fa in modo che si possa ricominciare a vivere e sognare una vita normale come prima del 2009.» «Sei aprile 2009, un giorno da dimenticare.» «San Franco aiuta e proteggi coloro che hanno perso tutto e devono ricominciare.» «Aiuta questa città a rinascere, illumina le menti di chi è preposto alle istituzioni, dà a tutti coraggio e buon senso di tirare avanti.» «Un saluto a tutti gli Aquilani dalla provincia di Chieti.» 
Qualcuno guarda il nuovo santuario di Giovanni Paolo II, creato nella chiesetta di S. Pietro: «Caro san Franco, anche se stanno costruendo un santuario più importante, sarai sempre il nostro preferito, perché più umile.»
 Così il colloquio continua con al centro le problematiche e gli affetti più cari alle persone che salgono sino all'Acqua di San Franco; cosa si chiede oggi al Santo? Che tipo di miracoli? Quali sono le ansie e i desideri del cuore a lui affidati? Per le vicende della vita e per poter vivere meglio si chiedono: «speranza», «protezione», «felicità», «serenità», «pace dentro di noi e nel mondo», «salute», «integrità spirituale», «consapevolezza», «felicità nelle piccole cose», «aiuto nelle decisioni problematiche, nelle difficoltà», «forza per affrontare le difficoltà», «guarire dall'ansia», «guarire dalle malattie», «aiuto alla povera gente». 
 Anche il lavoro e il successo a scuola e nella carriera sono al centro dell'attenzione e si chiede: «successo al concorso», «successo agli esami», «promozione a scuola», «trovare lavoro».
 Per la famiglia si chiede al Santo di vegliare: «trovare l'amore», «potersi sposare», «avere un bambino», «non avere un bambino», «futuro buono per il figlio», «recuperare i rapporti familiari», «protezione dal dolore e dalle malattie»,« recuperare la stima di prima della separazione». In sostanza si chiede «che i sogni si avverino e venga un mondo migliore per i figli, un mondo dove regni la pace tra tutti i popoli, dove la politica viene fatta per il popolo e con il popolo, un mondo dove il denaro non conti».
 Le occasioni che fanno decidere di salire all'Acqua di San Franco, o la prima volta o con continui ritorni nel tempo, sono varie e vanno dalle più generiche, come fare semplicemente una «gita in montagna», «passare un po' di tempo», a quelle più specifiche: «una malattia», «la guarigione di un familiare», «un incidente»,«problemi di vario tipo», «la ricerca di un lavoro», «una morte», una ricorrenza qualsiasi come un «compleanno», un «matrimonio», una «nascita», un «amore», «presentare i bambini». 
 Alcuni pellegrini ringraziano per aver ricevuto aiuto e protezione dal Santo: «Sono passati tanti anni dal giorno in cui mi recai qui e ricevetti una grazia, avevo solo 12 anni, oggi ne ho 47.» «Grazie del miracolo che mi hai fatto l'altra sera.» «Ti ringrazio per la grazia che ho ricevuto» «Sono tornato ancora per ringraziarti»   Particolare è il riferimento di molti alla fonte miracolosa e all'acqua che vi sgorga, apprezzata quale elemento dell'aspro paesaggio e che sembra posta lì per dissetare e ristorare escursionisti e pellegrini. Diversi sono gli atteggiamenti: c'è l'elemento sacro e religioso, c'è l'elemento del culto popolare e delle abluzioni con l'acqua che ci ricordano antichi riti, c'è l'elemento naturalistico e del ritorno alla natura, c'è l'elemento estetico e simbolico, quello poetico. «Acque meravigliosamente pulite e fresche» «Acque belle e fresche» «Silenzio rotto dallo scrosciare dell'acqua» «Dissetata da questa acqua freschissima» «Riassaporare l'acqua vera e fresca di montagna» «Acqua è un bene di tutti e quella fresca è il massimo» «Abbiamo bevuto questa acqua rinfrescante» «Voglia di vederti e bagnarmi con la tua acqua» «Grazie infinite per la tua acqua benedetta» «San Franco battezza con questa acqua l'intera umanità; che possa salire sempre alla tua sorgente» «Non tanto il mistero della tua acqua miracolosa porta a te, quanto il richiamo che tu sei vero, il padre» «Non serve essere credenti per sperare nel potere miracoloso dell'acqua. Questo è un elemento sacro, sta a noi serbarlo tale»    C'è anche qualcuno che dubita e non si va a rinfrescare e dissetare; nessuno ha pensato mai di mettere un cartello con su scritto “Acqua potabile», dando per scontato che tutti conoscano l'acqua di San Franco e le sue virtù di purezza, miracolose e terapeutiche: «Siamo arrivati sino qui e non sappiamo se l'acqua si può bere»! 



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