Appunti per una storia dell'Edicola all'"Acqua di San Franco" ( N° 3)

 

di Ivana Fiordigigli


Dopo aver descritto il dipinto sul pannello formato da 24 formelle in maiolica, presente all’”Acqua di San Franco”, ci soffermiamo a presentare altre due opere dove è presente lo stesso gruppo di figure e paesaggio. Potrebbero essere o uno studio precedente al pannello o delle copie fatte posteriormente, ma da collocarsi in tempi molto vicini.



La prima è un dipinto su cartoncino, che un tempo, prima del crollo del tetto, era collocato sulla parete di fondo della Congrega, quindi in un posto privilegiato in un locale che costituiva la sede della confraternita di San Franco, scomparsa del tutto intorno agli anni cinquanta del 1900. I lavori di ripristino della struttura vengono eseguiti, ma non si capisce perché e come nell’anno 2012 il locale sia diventato qualcosa di mezzo tra un magazzino indecentemente ingombro e una discarica e il dipinto su cartoncino sia stato tolto dalla parete e buttato a terra tra detriti, polvere, pali e attrezzi da muratore. E’ lacero e strappato in più punti, pieno di polvere, ma, nonostante ciò, la bella figura di San Franco emana un particolare fascino.

Il paesaggio è lo stesso di quello sta nell’Edicola montana, ma è arricchito da una serie di particolari disegnati a matita: la piazza davanti alla chiesa si anima di personaggi, davanti al portale c’è il parroco, qualche donna che arriva in chiesa più altre figure di persone; si impone lo stemma di Assergi, rappresentato da tre colli sormontati dalla spiga di grano. E’ da notare che sulla facciata della chiesa appare tracciata la lunga balconata che fu apposta tra il marzo e l’aprile 1868 per la mostra delle reliquie; questo particolare ci permette di datare il dipinto come posteriore al 1868.

Lungo il fiume e sui declivi verso la montagna sono disegnati degli alberi. Le case di Assergi sono raccolte dalle mura a partire dalla torre dell’orologio sino alla piazza.

Rappresentano una vera e propria testimonianza storica i pellegrini che risalgono, a gruppi, il sentiero di montagna che porta al Passo della Portella verso il territorio teramano.

Non meno notevole la serie di pellegrini che sul lato sinistro del quadro risalgono il Monte San Franco sono alla sorgente, rappresentata come un laghetto, sul cui bordo due di essi sono pronti ad immergersi.


La seconda opera è sempre un bozzetto del dipinto su maiolica, pannello formato da 24 formelle, posto all’edicola dell’”Acqua di San Franco”. Le figure e il paesaggio sono delineati da un fine tratteggio a matita o con una tecnica di incisione. E' aggiunta in una delle prime pagine del Fiore storico della vita di San Franco di Assergi, celebre e singolare eremita dei monti abruzzesi, Tipografia Aternina, Aquila, 1870, scritto dall'assergese Padre Emanuele Faccia.



La stessa impostazione del paesaggio la ritroveremo nel 1901 nel dipinto del pittore Cervelli, che viene posto decorare la volta della chiesa di Assergi.

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